domenica 12 giugno 2016
Fenomenologia del supermercato - trilogia. L'uomo che sussurrava ai codici a barre.
E' quasi un mese che ce l'ho impresso nella memoria.
Lo devo buttare fuori, ma per farlo, non posso esimermi dallo scrivere uno sceneggiato sui supermercati. Un po' mi vergogno, sembro un po' quei comici di bassa leva che fanno umorismo sui supermercati, sulle pubblicità e sulla politica. Ma d'altronde, è quel che sono.
Dicevo, circa un mese fa. Mi aggiro per l'Esselunga, un po' stanco, un po' infastidito dalla tanta gente, troppa gente, ma quanta gente c'e' in giro? Evviva la gente, la trovi ovunque vai, diceva il poeta. Ma però anche se non la trovi ogni tanto, evviva. Aggiungo.
Nel groviglio di lamiere sbandanti e carne flaccide, scorgo un umarell.
Si, lo so, i comici di bassa lega parlano sempre degli umarell. Ma d'altronde, è quel che sono. Un umarell, non un comico di bassa lega. Braccia incrociate, fissa attentamente i prezzi della frutta secca, quelle cose tipo datteri, che nessuno secondo me compra mai i datteri, come li usi? Ad ogni modo è lì concentratissimo sui datteri, fissa il prezzo, memorizza.
Io lo noto, perché un comico di bassa lega si guadagna da vivere scrivendo degli umani difetti e li cannibalizza a volte distorcendoli allo scopo di ottenere una grassa e facile risata, a volte da sconosciuti che neanche la meritano.
Io lo noto, soprattutto perché devo comprare una cosa di fianco ai datteri. E' "il coriandolo".
No, non mi riferisco certo al carnevale, ahahaha! (che bassa lega, che sono)
E' un'erba aromatica, poco usata in Italia, se non a Febbraio a Venezia (buona questa).
Non c'e' mai nei supermercati, non si sa perché questo Paese vada avanti solo a prezzemolo e basilico. Mah.
E niente, io piuttosto di chiedere "permesso?" preferisco andare all'altra Esselunga.
Perché noi uomini siamo così? Perché non chiediamo mai le indicazioni per le strade? Perché non chiediamo mai niente? Perché facciamo così fatica?
Non posso rispondere a queste domande, perché non posso chiederle a me stesso, altrimenti non sarei un uomo.
E allora niente, vado a fare un tuffo nella vasca degli affettati e dei formaggi in offerta, dopo torno coriandolo zone. Ovviamente il coriandolo è finito, ma questa è un'altra storia.
Vado a visionare il pesce, lo sa, signora, che con 2 euro e 20 di filetti di gallinella riesco a fare un buon primo di pesce? Ah, lo so, sa? Io con i totani al 30% ho fatto un bellissimo maglione ai miei nipotini, ri-sa!
Mentre mi preparo mentalmente a questa conversazione, ecco di nuovo l'umarell.
Mani dietro la schiena, sta memorizzando il prezzo di tutto il pesce.
Non ha ancora comprato niente.
Non ha una busta.
Non ha un carrello.
Non ha una moglie.
Comincio ad avere un po' di paura, proseguo nella mia spesa frettolosa, che quando si fa la spesa si ha sempre fretta, signora, sa! Sia mai che mi ricordo di comprar tutto in una volta!
Scorgo l'umarell memorizzare le carni rosse, lo scorso vivisezionare il costo dei preziosissimi sottaceti, delle tamerici salmastre ed arse, dei vestimenti leggieri, dei miei tremuli pensieri che piovigginando sale. E pepe. Anche quelli sta memorizzando.
(Sono un comico di bassa lega, ma non faccio ironia sugli errori involontari ma buffi del correttore automatico. Li correggo e basta)
Nel tumulto dei punti fragola mi dimentico di lui, finché non lo riscorgo nel reparto surgelati, dove sta memorizzando il prezzo delle olive ascolane. Poi si sposta verso i gelati, e ogni amarena viene alfabetizzata, ogni pan di spugna (non refuso da correttore, ma giuoco di parole) viene gettato, ogni crocchetta viene mandata a mente. Si aggiusta gli occhiali. Paziente. Inflessibile. Rigido.
Vado vicino, sto per fargli la domanda che renderebbe questo post memorabile.
Per un attimo, da comico di bassa lega, penso di inventarmene una solo per una conclusione che faccia ridere i miei lettori, ma rinuncio a questa mania di protagonismo.
Non gli faccio la domanda. Anzitutto perché sono un uomo, e non chiedo. Per giustificarmi, mi convinco che un mistero così debba rimanere irrisolto, il cuore di ogni persona saprà dove collocare l'uomo che sussurrava ai codici a barre e come catalogarlo.
A me piace pensare che viva nel reparto surgelati, tra i tranci di carne importati e i gamberi che compiono il lungo viaggio della speranza dal pacifico all'Esselunga di Bologna.
Ogni tanto l'umarell si scongela, per verificare che nessuno abbia ancora comprato i datteri.
A quel punto sazia la sua curiosità di verificare che il paniere Istat sia indicizzato correttamente al costo delle derrate. E poi torna a congelarsi, ridendo di gusto davanti ai gamberi con la scritta "Prodotto decongelato! NON RICONGELARE!" e abbandonandosi a un piacevole sonno fatto di sogni datterini.
Un amabile sorriso mi si stampa sulla bocca al pensiero, subito ucciso dal conto che pago alla cassa, ma come non dovevo comprare solo sedano e carote? Ed esco, arrabbiato, a riveder i pan di stelle.
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