lunedì 4 gennaio 2016

Sepolti in casa: Sean's Angels





Sean si presenta all'ora concordata, con un truck battente bandiera americana e la sua squadra di specialisti seduta al di fuori.
Sono 4, e non sono 6.
Sono tutte donne.
Sembrano tutte incinta.
Credo sia l'effetto Sean, nessuno può resistere ad Uncle Rico Sean.  Questo è il mio primo pensiero.
Dopo noto che stanno fumando tutte, quindi teoricamente non dovrebbero essere incinte.
Non parlano, guardano fuori con uno sguardo spento e privo di emozioni. Cominciano a scaricare pesanti secchi, mentre Sean coordina, proprio nel senso a cui siamo abituati negli uffici italiani.
Non sposta un peso, non tocca un pennello... semplicemente efficienta gli spostamenti delle sue angels. Che provo a descrivere.
Una è gothic ed è visibilmente sovrappeso. Ha un enorme tatuaggio di cui riesco a vedere solo l'inizio "SE...." ma non la fine, perchè è nascosto da un drappo chiodato con finestrelle ovunque.
L'altra è vecchia, tra i 60 e i 120 anni e ha  lo sguardo stanco, guarda sempre a terra, come se avesse perso la fede. E non intendo quella portata al dito.
L'altra è nel fiore dei suoi 27/28 anni, sembra incinta, e comincia a rullare sul muro il prodotto di cui parlerò in seguito. Ogni tanto mi guarda, e negli occhi ha quello sguardo che oscilla tra il materno e la schiava nelle piantagioni di cotone da 5 generazioni.
La quarta angel fa una breve apparizione, poi si chiude in bagno e non la vedremo più per due giorni.

Reduce da una ristrutturazione al mio appartamento di Bologna durata 2 mesi mi metto lì a controllare, e ovviamente non posso evitare Sean. 
Mi si avvicina dicendo "Pretti cool,uh?". E io sono senza parole. Anche in italiano.
Comincia nuovamente a decantarmi le qualità del prodotto eccezionale della Nasa.
Ora, io sono un po' nervoso. Sono nel posto più bello del mondo da 10 giorni, non ho ancora messo il piede in spiaggia, ho comprato una boccia da basket che non riesco a provare nel campo adiacente a casa, continuo a dormire a terra e la squadra di specialisti che Sean ha portato non è proprio quello che pensavo.
Allora lo faccio.
Ribatto.
Cosa che non dovrei mai fare. Dico semplicemente
"Sorry, but i don't understand anything about painting products so i can't appreciate".
Sean smette di parlare, le Angels smettono di respirare.
Gli scarafaggi smettono di cercare cibo. L'odore di fumo si ritira. L'oceano si immobilizza ribaltando i surfisti.

Sean si toglie finalmente gli occhiali e mi guarda.

Mi sento subito come se qualcuno mi avesse messo incinta.
Sean dice "You. Can. Google. It."
e io, che ovviamente sono una testa di cazzo, ribatto "Ok, I will"
E lui, ritrova la calma, ricalza gli occhiali, il mondo riparte. E con estrema pazienza ricomincia a decantarmi la bontà del prodotto.
Quando ha finito, 55 minuti esatti dopo, me ne vado esausto e li lascio lavorare
.
Torno la sera alle 19 per controllare e apro la porta convinto di venir travolto dall'odore di vernice.
Vengo travolto dall'odore di fumo. Ancora.  Ma i muri sono tutti verniciati. E bene.
L'odore non sembra uscire dai muri o dal soffitto ora. Mando un sms a Sean e gli dico "The place is still stinky". La sua risposta è "It's not from the wall" e poi manda 121 sms che descrivono il meraviglioso prodotto che ha usato.
Ci accordiamo per vederci il giorno dopo e capire cosa si può fare.
Scosto malinconicamente uno scarafaggio, inalo delicatamente un'ultima boccata di nicotina putrefatta e mi sdraio con lentezza sul pavimento, in attesa del nuovo giorno che porterò con se speranze e gioie, a chi le sa aspettare.

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