martedì 15 marzo 2016

AKI, il cane che fa la cacca in 3 continenti


Preciso innanzitutto che il cane è quello in mezzo alla foto, non quello a sinistra.
E così ho rovinato la festa a tutti i battutisti nostrani.

Come più volte promesso è ormai il momento di parlare del delizioso Aki, nome con cui è registrato al catasto, perchè nella vita di ogni giorno il nome gli viene continuamente riassegnato, a seconda del casino che fa.

Non sappiamo nulla della nascita di Aki, è avvolta nel mistero, alcuni pensano addirittura che sia sempre esistito, mentre altri che sia stato semplicemente abbandonato sull'autostrada dai suoi primi padroni.
Di conseguenza anche del nome originario non sappiamo nulla, per cui per il periodo in cui la sua esistenza è avvolta dal mistero, gli daremo un nome di fantasia, tipo Nimrod.
Il piccolo Nimrod viene, come dicevo, rinvenuto da mia moglie all'autogrill dello svincolo dell'autostrada provinciale di Quenca, Ecudaor.
Dopo aver ordinato il più classico dei Fattoria, ella intravede un cane da videogiochi, cioè quelli che cercano di finire a tutti i costi sotto una delle macchine che passano.
Non ha guinzaglio, non ha passaporto, non ha la patente, non parla.

Sembra che si sia perso da un po', affamato, disorientato, sporco, con la camicia fuori da pantaloni.... la leggenda narra che ella, colta dalla tenerezza di Nimrod, gli offra un semplice tozzo di pan secco. 
E qui il cane trasfigura e diviene belva.
Intravedendo il salvifico alimento, lo mangia con una forza e con entusiasmo tale da far pensare ad un abbandono di almeno due mesi, muovendo mia moglie a estrema commozione ed affetto.
Enorme errore di valutazione, dato che ha assolutamente la stessa reazione oggi dopo aver mangiato 6 paninini, allorquando intravede il settimo. Ma gli occhi vedono quel che il cuore loro comanda. Bello questo proverbio, se non è un proverbio, bisognerebbe inventarlo come l'ho scritto.

In zona nessuno recalama il cane, pur tra i 1000 tentativi fatti e il buon cuore appunto suggerisce che sia il caso di portarlo a casa e poi cercare di capire se ci sono chip o annunci in zona di cani dispersi.
Una leggenda mia personale inventata di sana pianta,  narra che il nome Aki nasca proprio da questo episodio, dato che il cane risponde al comando spagnolo "Venga Aqui" in maniera quasi automatica. Indipendentemente da come si scriva in spagnolo. Risponde inolte al comando "Nino", al comando "Vuelvete", al comando "Oje", al comando "Como estan los seniores?".
Basta che gli si dia un paninino, risponde a tutto.

Come tutti i neonati, Aki ha un corpo minuscolo e una testa gigantesca come testimonia la foto di repertorio che sono riuscito a scovare e che assicuro non ho gonfiato con il photoshop. Il maglioncino di lara cashmir che indossa è frutto di una collaborazione con lo stilista Giandomenico Guardì.
Un cane di stilista, per rubare di nuovo la scena ai battutisti nostrani


Il piccolo Aki si dimostra un cane molto rispettoso del fatto che gli è stato salvato il culo.
E' estremamente affettuoso, non fa la cacca nè la pipì in casa e attende pazientemente per la passeggiata in quel di Quenca. In più il veterinario aggiunge che non ha pestilenze gravi, non ospira un circo di pulci ed è sostanzialmente adatto alla vita di appartamento.
Trattandosi di Schnauzer bianco (pare essere anche piuttosto raro), manifesta sin da subito due tendenze:

- impazzire cercando di decollare di corsa ogni volta che intravede un volatile
- cercare di ricompattare, governare e condurre a salvezza il gregge di pecore.

Il difficile è fargli capire che non ci sono pecore o che gli esseri umani non sono pecore, ma non siamo certo noi a voler mutare la natura di uno Schnauzer, figuriamoci poi se è bianco.

Nel prossimo episodio vedremo come il cane Aki affronterà il cambio di vita dalla placida Quenca alla movida di Miami, dove un papichulo come lui è assolutamente in grado di dire la sua.


Nessun commento:

Posta un commento