lunedì 21 marzo 2016

Mr Thinking va all'America

Con una valigia piena di speranze e croccantini, Aki viene imbarcato su un'aereo battente bandiera ecuadoriana destinazione Miami, insieme a un gatto e dentro una gigantesca gabbia blu che lo custodisce e spaura al tempo stesso. E' il suo primo viaggio intercontinentale, e lo affronta con il piglio sfrontato di un cane di circa 5 anni.


Il lungo viaggio della speranza lo porta però nella meta più ambita dai giovani, Miami. Scappa dalla gabbia appena arrivato, prende un Uber e si fa subito portare a South Beach, dove ordina croccantini al mojito, salmone e riso, per poi lasciarli lì quando intravede in lontananza un pezzo di pane ben poco vestito.
Ed e' proprio in questo suo soggiorno a Miami che conosco mia moglie. Le nostre chat, a volte via skype, sono caratterizzate dalla presenza di questo cane bianco, molto riservato, silenzioso, che guarda la telecamera come se stesse posando per una fotografia, senza muoversi.
Aki viene portato alla spiaggia dei cani a Miami, e mi viene invitata una foto, che purtroppo non trovo più. Ci sono 1000 cani che corrono e saltano come matti, mentre Aki li guarda dall'alto di una duna di sabbia, meditando.
Aki viene portato al parco dei divertimenti dei cani, ed eccolo guardare l'obiettivo senza muoversi.
Motivo per cui, dall'Italia, gli viene dato il nome Mr. Thinking, che sembra calzargli ben più di Aki al momento.

La duttilità del suo nome fa sì che la prima volta che ho il privilegio di stringergli la zampa, il suo nome venga immediatamente cambiato da Mr. Thinking in Mr. Stinking, che è ancora uno dei suoi nomi più attuali.
Mr Thinking si trova bene a Miami, ma evidenzia subito un discreto difetto, per un cane.

Sembra non avere particolare fiuto. O meglio, il suo fiuto viene facilmente sviato da qualunque cosa, nonostante il grande naso da clown che tanto piace a grandi e piccini.
Come già detto impazzisce completamente quando vede volatili, di qualunque tipo... sta scritto nel suo DNA immagino e non c'e' modo di educarlo, almeno da parte mia che non so nulla di cani.
Ma badate bene che ho scritto vede e non "sente la presenza".
Riesce a vederli da lontanissimo e comincia a impazzire tirando il guinzaglio come un mulo da soma e sbuffando come una locomotiva a vapore dell'età d'oro della Ruhr.
Ma se i volatili sono alle sue spalle, ecco che vive placido la sua vita ignaro di tutto, posando placido.

Se si è fortunati è possibile fare foto incredibili come quella che posto qui, che ogni volta che la rivedo scoppio a ridere e se ci fosse un premio per le foto buffe, dovrebbe vincere il premio speciale della critica per il notevole conseguimento della buffità.


Mr Stinking viene purtroppo lasciato negli Stati Uniti ogniqualvolta mia moglie viene in Europa, in affidamento ai genitori. Ad ogni ritorno negli Stati Uniti (soprattutto per periodi superiori a 6 mesi) assistiamo a scene di ricongiungimento strazianti. Mr Stinking mi ricorda Mario Merola che latra le battute di Serenata calibro 38, tanto è straziante e intenso nella commozione di rivedere ella.
Visto che io accompagno ella, Mr. degna di qualche entusiasmo anche me, nel senso che ogni tanto mi rimbalza contro per errore quando sbaglia il salto per abbracciare ella. 
Come accennato nel blog, il cane ci viene restituito in via definitiva il 24 di Dicembre, senza particolare preavviso, per usare un eufemismo. 
E nel nostro peregrinare in giro in cerca di alloggio Mr Thinking cambia nome prima in Pequeca, che in spagnolo significa sostanzialmente "olezzo di piedi" per poi cambiarlo nuovamente in un più universale "Disgrazia". 
Il tutto nasce dalla mia consueta esclamazione "Che disgrazia essere a Miami e avere solo un cane per amico", da cui, per gli amici, Disgrazia. 
Lui, ad ogni cambio di nome, reagisce allo stesso modo, guardandoti come se si dovesse mettere in posa per una foto e con aria calma e riflessiva. 
Nel momento in cui, per i motivi esposti nel blog, decidiamo di tornare in Italia, abbiamo da prendere un'altra decisione. Lasciare il cane negli USA presso un rifugio o presso qualcuno che se ne prenda cura o fargli affrontare un inumano viaggio con scalo di 15 ore e portarlo in Italia con noi, stravolgendogli la vita e allontandolo da Miami per portarlo nella fredda e nebbiosa Bologna. 

Ovviamente, senza particolari esitazioni, scegliamo la seconda ipotesi :)




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