sabato 27 febbraio 2016
Bad Tipper - facciamo i conti
Finisco alla gogna di Miami per l'ennesima volta per la mia parsimonia nell'elargire le mance.
Ma per come si mancia male, signora mia, vorrà mica anche la mancia?
E dopo questa ignobile freddura, raccogliamo un po' le idee.
Partiamo con i PRO.
Negli Usa la benzina costa davvero poco. Dipende dal numero degli ottani, ma mediamente a Miami un gallone (circa 4 litri) di benzina costa 2 dollari e 40. A Houston scendiamo sotto i due dollari per 4 litri. Punto sicuramente a favore degli Stati Uniti.
Il traffico... è vero che è incasinatissimo entrare nella logica, come detto nel post iniziale, ma una volta entrati nella logica, direi è meglio Miami di Bologna. Nel senso, le distanze sono enormi, rispetto a Bologna, ma il traffico è molto ordinato. Spiego meglio.
Parcheggi grandi, spesso gratis e numerosi dappertutto.
Sulla strada non ci sono le cazzo di motorette che ti sfrecciano a sinistra o destra, né autobus di alcun tipo. Pochi anche i camion. E' sostanzialmente una gara di macchina contro macchina.
Non esistono pedoni che attraversano la strada, perché nessuno cammina per Miami o sono già tutti morti investiti, ovviamente se si escludono posti come South Beach o Wynwood Walls.
Ci sono 6 corsie ovunque, quindi non vivi con un coglione attaccato al culo della tua macchina a un millimetro perché deve far vedere che se potesse ti sorpasserebbe e arriverebbe prima a quel semaforo che tanto è rosso comunque.
Negli USA sorpassano a sinistra o destra, e neanche te ne accorgi se vai lento.
Viene fatta manutenzione sulle strade.
Nel senso, sembrerà strano dirlo, che non ci sono buche o crateri vari o crepacci con gli stambecchi dentro. C'e' asfalto liscio e scorrevole, lo so che suona buffo, ma è così.
A livello di stile di vita, direi, e non me ne vogliano troppo gli americani, mi sembra che i lati positivi finiscano qui.
L'assicurazione per l'auto che ci viene proposta è di circa 215 dollari mensili. Massimali adeguati, ma siamo guidatori senza mai incidenti, l'auto è modesta, quindi è il minimo e può solo crescere.
La gente qui ad Halloween si raduna in casa non per raccontarsi storie dell'orrore, ma per raccontarsi storie relative all'assicurazione sanitaria. Storie di gente che si è fatta male senza avere un'assicurazione sanitaria. Mi affido sempre al mio inglese non impeccabile e faccio finta di non capire i thousands dollari che vengono snocciolati...
Qui c'e' assicurazione su tutto, anche sulla salute dei cani.
Se posso permettermi di giudicare il popolo americano, e mi scusino per il mio pressapochismo, è come se avessero bisogno che tutto abbia l'illusione della sicurezza.
I vicinati in cui ho vissuto sono protetti da una sbarra, dove due agenti di sicurezza privata controllano tutte le auto che entrano, chiedono i documenti e chiedono chi vai a trovare.
Se arrivi in macchina.
Se vai a piedi entri tranquillamente senza che nessuno ti chieda niente.
Se acquisti una casa in un vicinato, devi poi pagare mensilmente per questo servizio, e il costo si aggira intorno ai 400 dollari al mese.
Ovvio, puoi scegliere di non vivere in un vicinato, non è obbligatorio.
In più il vicinato però ti offre manutenzione dei giardini, quasi sempre una piscina e una palestra, insomma, non è che ti grattano i soldi. Il problema è che non te li godi perché.... (e qui gli americani smettano di leggere prego)... mi sembra che gli americani al momento vivano con 4 dita infilate voi sapete dove, mentre noi europei con solo due.
E mi riferisco al mondo del lavoro.
C'e' un'etica del lavoro terrificante - nel senso che io vengo schernito in quanto europeo perché posso fare 2-3 settimane di ferie di fila, e ho circa 25 giorni di ferie all'anno.
Loro in genere possono fare massimo una settimana, se ne fanno due rischiano il posto di lavoro e non devono essere consecutive (parlo di racconti di impiegati medi come me, che ho sentito). Se chiedono un permesso, vivono tutto il tempo del permesso con i sudori freddi. Se si ammalano rischiano il posto di lavoro e rischiano di perdere la copertura sanitaria e di conseguenza muoiono.
Ovviamente esagero, però, al di là delle condizioni di lavoro che mi raccontano e che non mi causano particolari problemi (nel senso, a me piace lavorare) mi fa strano vedere come una vita in cui non c'e' praticamente spazio per il tempo libero venga vista come ineluttabile.
E' vero che noi italiani poi facciamo un uso pessimo del tempo guardando la TV e, ma se fossimo persone interessanti vi assicuro che avremmo tanto tempo libero per fare tante cose, anche e soprattutto se siamo dei lavoratori dipendenti.
Chiudo la prima parte di questa elaborata trattazione con una consapevolezza maggiore sul duro lavoro fatto dai politici italiani per abolire i privilegi che attualmente hanno i lavoratori italiani.
Credo che il modello americano, da questo punto di vista, faccia abbastanza gola.
martedì 23 febbraio 2016
La motonave a Honduras: EPILOGO
Tutto è ben quel che finisce in mare, come si usava dire ai tempi della buonanima, quando le crociere arrivavano in orario.
E' anche nel nostro caso, la nave approda a Houston addirittura la notte prima di quanto previsto (ma era proprio necessario correre durante la tempesta, ci chiediamo?) per un'ultima orgia collettiva di cibo e cheesecake. Ho tralasciato un po' gli altri scali perchè non succede molto... Cozumel val bene una mezza messa, come si suol dire, ma non ha lo stesso spessore e sapore di Reggio Calabria.
Il Belize ha un nome buffo, un clima calidissimo e c'era un negozio che vendeva abiti in bambù.
(l'ho descritto come lo descriverebbe un bambino di 3 anni e in fondo non sono poi così lontano).
Giova invece ricordare un epiosodio avvenuto vicino a un ponte nel Belize.. dopo aver visitato un paio di negozietti tipici e aver acquistato i tipici platanitos fritti (1 dollaro del belize a pacchetto) ci incamminiamo verso un ponticello. Un rasta, che mi perdonerà se lo chiamo rasta, ma era effettivamente un rasta, mi si avvicina e guardando la mia faccia da vita vissuta all'estremo mi offre del fumo, apostrofandomi con le seguenti parole: "So Belize would be not so boring".
Direi che queste parole racchiudono perfettamente in sintesi la nostra gita a Belize, per cui non mi dilungherei oltre, avendo paura di perdere i miei 12 lettori.
Giova descrivere anche la perfetta organizzazione dello sbarco dei passeggeri: si lasciano le valige la sera prima fuori dal corridoio, di modo che vengano portate direttamente al controllo passaporti. Viene assegnato un colore e un numero e un'ora di sbarco. Nel nostro caso le comodissime 10.20 del mattino... quindi niente alzatacce, colazione abbondante e sole in piscina.
Alle 10.20 ci fanno effettivamente scendere, ritiriamo il bagaglio e passiamo per il controllo passaporti. Il mese di Gennaio sta ormai finendo, e il solerte impiegato imperialista e capitalista sfrenato mi ricorda che va avvcinandosi a balzelloni il mio termine ultimo per restare negli USA legalmente. Gli dico "Lo so, lo so, non lo sapessi, ma lo so" sperando che una tale citazione colta gli rallegri un po' l'animo.
Non è così, mi timbra il passaporto, scuote la testa, punta il senegalese dietro di me e ci lascia ai nostri pensieri.
Siamo ormai al bivio e dobbiamo decidere se
- rimanere negli USA
- ritornare in Italia per registrare il matrimonio e poi tornare negli USA
- ritornare in Italia per registrare il matrimonio e restarci.
Nei prossimi avvincenti post, che saranno di grande utilità per chi sta pensando di trasferirsi negli USA, faremo un po' un sunto dei pro e contro e racconteremo quali sono gli ostacoli burocratici da affrontare e come superarli. Conosceremo finalmente Aki, il cane che ha fatto la cacca in tre continenti diversi e la sua incredibile storia.
Restate quindi sintonizzati, pare proprio che leggere l'evolversi di questo blog sarà più avvincente di un'esibizione di Renato Zero a Sanremo.
giovedì 18 febbraio 2016
La motonave a Honduras: HONDURAS: E' FATTA!!!
"Terra, terra!" grida il contadino svegliandosi di soprassalto nel suo podere. D'altronde il podere logora chi non ce l'ha. Ed è proprio il nostro caso.
Pugnammo per mille tempeste, impavidi e satolli, sol per raggiunger gli agognati atolli.
Honduras, Honduras, trovassi una parola che fa rima con te sarei un uomo felice.
Non la trovo, ma trovo te, alfine.
Mi risveglio poeta, felice d'esser vivo e grido agli ignari texani queste parole. Loro non mi sentono perché sono impegnati a sparare in aria, essendo texani.
La fiera dei luoghi comuni, il biglietto è gratis e siamo tutti invitati.
Situazione: abbiamo circa 6 ore sulla terraferma e tutte le navi da crociera sono attraccate in quel momento. Questo vuol dire che verranno scaricati circa 18.000 turisti che in circa 6 ore decideranno cosa fare tra le seguenti opzioni: escursioni a Tusaidove, visita guidata di Salcazzo, tour fotografico del NoTeCreo.
Oppure niente, c'e' una spiaggia lì vicina che ci arrivi a piedi.
Considerando che le escursioni costano dai 100 dollari in su, optiamo per la spiaggia vicina a piedi.
Noi e circa altre 17980 persone. Le altre 20, ovviamente, restano sopra la motonave.
E qui già vedo sorridere il vero turista intrepido e dire "Eh, l'avevo detto. Turismo di massa, ignobile"
L'organizzazione delle crociere, riuscirà a reggere 17980 persone in circa 4 spiagge?
La risposta, ovviamente, è sì, ma vorrei darla utilizzando una una fiaba che leggevo sempre da piccino. Si chiamava tipo "I 7 piccoli indiani Sioux". Visivamente ce l'ho ancora davanti agli occhi, perché l'ho letta mille volte. Purtroppo non trovo nulla sul google collegato a quel librino, ma quello che succede a noi è sostanzialmente la stessa cosa.
All'approdo ci sono subito 4 negozi di diamanti, e quindi le prime 2980 piccole signore indiane sioux le perdiamo lì.
Subito dopo ci sono negozi di liquori duty free, e qui perdiamo 4000 piccoli texani indiani sioux.
Restano 11.000 piccoli indiani turisti sioux, uno dietro l'altro.
C'e' una accoglienza folkloristica con canti e costumi tipici e perdiamo circa 2000 piccoli indiani sioux curiosi delle etnie, che si fermano. Restiamo 9000 piccoli indiani turisti sioux, e a questo punto c'e' da camminare circa 5 minuti ancora per raggiungere la spiaggia.
Questo scoraggia 3000 piccoli indiani turisti sfaticati sioux.
Prima della spiaggia ci sono due bar con le birre tipiche del luogo, happy hour, 5 dollari a bottiglia (che è una bazza, sia per la vita da motonave, sia per la vita normale statunitense).
4000 piccoli indiani turisti sioux si fermano al bar e probabilmente sono ancora lì.
I 2000 che restano si accomodano sulle spiagge che sono attrezzate esattamente per 2000 persone.
E intendo ombrelloni, sdrai, musica, acqua incontaminata, caldo della madonna.
Ci sono toilette ogni 300 metri, distanza calcolata con sapienti algoritmi da tennici ingegneri dato che è la minima tollerabile per gente che mangia e beve 24 ore al giorno.
Non essendo avvezzi alle comodità ci sdraiamo in riva al mare, e fa un caldo terrificante.
Da umarell milordino maigoduto quale sono mi piace fare una breve cronistoria dei miei stati d'animo in Honduras:
- che posto incantevole - che paradiso, che bello il caldo venendo dal freddo di Houston. Bisognerebbe davvero vivere qui, altro che Miami!
- (35 minuti dopo) ma non è troppo caldo per le 11 di mattino?
- (45 minuti dopo) ma è sempre caldo così qui o abbiamo trovato una giornata leggendaria?
- (55 minuti dopo) sto caldo mi ha rotto le balle, ma come fa la gente a vivere qui?
Per ovviare ce ne andiamo a fare un bagno. Noi e altri 1998 piccoli indiani turisti sioux. Tutti nello stesso momento. E qui devo dire che il turismo di massa rivela il suo lato peggiore.
Anche perché in acqua han tutti la faccia che il più discreto sta pisciando.
Dopo 3-4 ore di vita da spiaggia ce ne torniamo indietro, stavolta non per la strada normale, ma per un "sentiero natura" perché siamo avventurosi noi, mica siamo turisti di massa.
E niente, tutto ovviamente a prova di turista impedito, ma addentrarsi nella vegetazione dell'Honduras è veramente appagante. A metà percorso incontriamo un texano incazzato (sai che novità!) che ci dice "It's useless, it's a dead end", come a dire è inutile, la strada è chiusa.
Continuiamo perché siamo italiani, e facciamo sempre finta di non capire.
E troviamo l'uscita, che è visibilissima, che è esattamente dove deve essere e che porta direttamente alla motonave.
Resterà sempre, nei nostri cuori, il mistero del texano smarrito che non si sa cosa stava cercando.
Una volta arrivati sulla motonave notiamo che sono tutti ad abbuffarsi come se non ci fosse domani e come se non mangiassero da 4 giorni, e ci uniamo ovviamente con entusiasmo.
Proprio così, 4 ore di lontananza dalla vita di crociera è veramente troppo, si narra che c'e' gente che è morta di stenti mentre si strascinava cercando di agguantare un'aletta di pollo fritta, ma non ce l'ha fatta.
Sul fare della sera tutte le motonavi ripartono all'unisono, mentre il nostro ristorante per l'occasione propone una serata vegetariana.
Ed è subito seitan.
lunedì 15 febbraio 2016
La motonave a Honduras: MARE FORZA PEPI
Fortunatamente mia moglie mi conferma che il capitano ha detto ha detto che la motonave "E"' in grado di sopportare queste condizioni. La motonave è in grado, i passeggeri vedremo.
Scopriamo dalla televisione che il mare è forza pepi, che è un livello di guardia che si raggiunge solo quando le onde diventano così alte che sembrano sfiorarti le orecchie per cantare il tuo nome. Accendiamo la tv (al momento non è salutare camminare per la nave, si tende a sbattere dappertutto) e scopriamo dal bollettino di bordo che il mare è forza 8, qualunque cosa questo significhi (maledetto google che non funzioni sulle motonavi!) e che le onde sono alte circa 5 metri.
Quindi riassumendo il problema delle elementari: un grattacielo che viaggia alla velocità di 20 nodi (qualunque cosa significhi, maledetto google che non funzioni) su un mare forza 8 è l'equivalente di 150 Pastamatic, che essendo equivalenti alla forza di 100 braccia, fa circa 15.000 braccia che ti scuotono in maniera energica.
E come dice la ricetta, impastate per circa 12 ore o finché il passeggero scompare.
Ad ogni modo, non ci perdiamo particolarmente d'animo (per le prime 3 ore, dopo un po' di abbassamento di balle si verifica) e decido, per fare l'uomo borioso che vive in spregio dei pericoli della natura, di andare sul ponte per vedere se fanno ancora le patatine fritte.
Sballottolato per i corridoi, non prendo l'ascensore (perché non riesco a centrare l'entrata) ma faccio le scale. La situazione è piuttosto buffa... il cervello dopo 4-5 ore, tende ad abituarsi a tutto, e quindi anche il camminare diventa più spedito. Arrivato sul ponte mi sento un eroe, pronto a piantare la bandierina di Balanzone sull'albero maestro. Sono l'unico cliente.
Il personale della nave invece arranca, ma è al suo posto. L'omino che fa le patatine fritte è lì, intirizzito e un po' pallido... mi avvicino quasi con vergogna (anzi, con vergogna!) e dico se ci sono delle patatine fritte ecco io mi sa che le mangiavo volentieri.
Con un gran sorriso me le allunga (che traduco un po' come "almeno non sto qui per l'anima del cazzo") e le prendo. Tutto fiero torno in stanza e porto le patatine, come a dire guarda questi italiani che tempra e che coraggio. Racconto della nave deserta e immaginando tutti i vecchini terrorizzati dalle mareggiate decidiamo di andare al ristorante, che c'è la lobster night.
La lobster night è quando ti servono l'aragosta e puoi averne quante ne vuoi.
Sballottati per i corridoi ci facciamo largo in un deserto d'anime fino al ristorante.
Ed eccoli lì.
Tutti i vecchini e dico tutti i vecchini, sono seduti lì.
Anche quelli sulla carrozzella.
Sballottati da una parete all'altra, scivolando dalle sedie ma tenendo eroicamente in mano la forchetta e nell'altra una coda di astice, ci guardano con aria di sfida come a dire "Potrebbe essere l'ultima aragosta, deve venire giù la Madonna e togliermela dal piatto, e anche in quel caso non è detto che ci rinuncio. E tu giovinastro, che non rispetti niente, è inutile che la ordini, non la apprezzeresti come noi".
E' la vita della motonave, vecchini contro giovinastri, un duello che si rinnova ad ogni approdo.
Sopraffatti da tanta grinta, torniamo in stanza.
Come già accennato, c'e' una televisione per casi come questi. Il problema è che la programmazione è ciclica, nel senso che per 7 giorni danno sempre gli stessi film. La congiunzione astrale, o sfiga, se preferite, fa sì che durante la tempesta vengano proiettati film inguardabili o vecchissimi. In uno c'e' una tizia che va matta per Jane Austen e spende tutti i suoi risparmi per andare a vivere in un posto dove viene ricreata l'atmosfera dei suoi romanzi.
Su un altro, televendita di diamanti. Su un altro, asta di diamanti.
Su un altro, Cenerentola. Su un altro, Paddington. Su un altro La ragazza con l'orecchino di Perla. Su un altro Notte al Museo 3.
Qual è la particolarità? Che non c'e' un palinsesto, quindi ti piazzi a guardare un film, sperando che stia per finire e sperando che quello nuovo sia bello. Per questo ti vedi almeno 3 volte il finale ogni film. Tra l'altro se qualcuno ha mai visto Notte al Museo 3, sa che il finale è una cosa noiosissima, tipo 15 minuti di ringraziamenti e abbracci, che se non hai visto nessuno dei tre film, fai veramente fatica a capire perché si abbracciano.
Comunque. Tra un film e l'altro c'e' sempre la pubblicità dello chef della motonave, che si bulla delle sue nuove ricette pensate appositamente per noi clienti e continua a dire quanto è eccelsa la sua zupp'de'pesc. Che è un brodino con due topi morti, a giudicare dalle immagini, ma fortunatamente al buffet si è mai vista.
Guardiamo il film di Jane Austen, e la scelta è una benedizione, perché dopo 84 secondi netti mi addormento, per risvegliarmi la mattina successiva, con il mare che è una tavola piatta e l'Honduras pronta ad accoglierci.
venerdì 12 febbraio 2016
La motonave a Honduras: ANDANTE, LIEVEMENTE MOSSO
Non credete a quelli che dicono che una crociera è noiosa ed è piena di turisti che fanno cose di massa. E' semplicemente una vacanza organizzata molto bene, che ti evita ogni contrattempo che tu possa immaginare.
Ti fa fare scali in posti bellissimi e ti organizza le escursioni per vedere le cose più famose.
Non lo vuoi fare perchè tu sei un turista di quelli duri e puri, perchè ti ritieni migliore di tutti, perchè hai visto l'alba sull'Himalaya dopo essere salito a piedi nudi e tutto il resto (divertimento, passare tempo con la gente, rilassarsi) ha perso di valore?
A noi tocca addirittura un ex Beach Boys, tale Steve Moris, molto divertente e bravo, che ci intrattiene per 2 serate, mentre per altre due serate le locandine annunciano il famoso attore del film Boyhood, Tom McTigue. Non ho visto il film Boyhood, quindi ho dovuto aspettare di avere una connessione Internet decente per verificare. Effettivamente compare nel cast, se avete la pazienza di arrivare alla quinta pagina.
Semplice, fai una crociera e quando arrivi in Jamaica e ti spiegano l'itinerario, e ti dicono chiaramente di andare a sinistra, vai a destra. Vedi cosa succede.
Ritrovi subito quella dimensione del turismo che tanto cerchi, l'avventura, il trovarsi veramente immerso nella vera cultura jamaicana.
Finisci in un viottolo frequentato da veri jamaicani, che capiscono che hai sbagliato la deviazione e riconoscono la tua nazionalità dall'odore. Senza voler esser razzista, ma capiscono che sei italiano, di Bologna, quartiere Santa Viola. semplicemente dalla tua maglietta.
Noi apparteniamo alla categoria di turisti che sbagliano veramente, andando a sinistra invece che a destra, ma fortunatamente sono ancora qui a raccontarlo :)
Ma a parte questo, la vita in crociera prosegue deliziosamente.
C'e' sempre qualcosa da fare, dalla vendita di gioielli, all'asta per i gioielli, allo spettacolo di dimostrazione per i gioielli (target di clientela medio alto, immagino). Ci sono spettacoli per insegnarti a scolpire il ghiaccio (attività tipica dei Caraibi), ci sono dimostrazioni di agopuntura, gare di tuffo di pancia (fantastica, praticamente dai il voto a chi si fa più male).
Ogni sera c'e' uno spettacolo a teatro, teatro che ha una capienza di circa 3000 vecchini seduti e 0 vecchini in piedi (ai vecchini non piace stare in piedi, cercheranno un giovinastro che deve cedere il posto, come in autobus, perchè i giovinastri non rispettano più niente, anche se sono come me, che rispetto tutto).
Nelle altre serate ci sono dei Musical, uno speciale su Elton John, mentre sugli altri ponti della neve ci sono due violiniste russe che si esibiscono dalle 6 alle 8 ore sui tacchi, suonando una sorta di musica classica elettronica che agevola il già facile sonno degli anziani, e sono molto brave.
Una sera le abbiamo incontrate al buffet vestite finalmente con le pantofole di Hello Kitty e ricevevano complimenti da tutti, ma loro avevano una faccia di qualcuno che si è imbarcato per sbaglio ed era convinto invece di andare a suonare a Broadway.
C'e' inoltre la tv in camera e al quarto giorno di trasmissione ininterrotta dell'antico telefilm "The Love Boat" realizziamo che la Princess Cruise, la nave su cui ci troviamo, è proprio quella di "The Love Boat".
Che emozione indescrivibile avrei provato, se avessi mai guardato lo show "The Love Boat".
Ma non avendolo mai guardato accogliamo la notizia come la mucca che guarda il treno.
L'atmosfera è veramente bella, si mangia, si fanno brevi escursioni, ci sono piscine idromassaggio con acqua calda qui e là, dopo si rimangia, si ridorme, si prende il sole, si rimangia, si ridorme, si restituisce il sole.
E proprio mentre ci godiamo il quarto meritato riposo dalla giornata dedicata a mangiare, mi sembra che, nella nostra stanza all'estrema estremità del dodicesimo ponte, tutto si stia animando.
Nell'ordine, gli abat-jours cominciano a inclinarsi pericolosamente in avanti. E' poi la volta dell'armadio, con le grucce che cominciano ad andare da sinistra a destra in maniera sempre più violenta. E' poi la volta del sinistro "tin" che fa l'anello di sicurezza sbattendo contro la doccia, ad intervalli sempre più vicini, come la bambina di Poltergeist quando conta gli intervalli dei tuoni.
Trovandoci esattamente nel mezzo del Golfo del Messico, e non avendo approdi prima di 30 ore, la cosa può preoccupare il classico bolognese abituato a navigare tenendo sempre a Nord la collina di San Luca e ad Est l'Ospedale Maggiore.
Il silenzio viene interrotto dall'annuncio del capitano che dice "Gentili amici, non preoccupatevi". Ora, quando a me dicono di non preoccuparmi, è proprio quando mi cago addosso.
"Stiamo per attraversare un tratto di mare molto agitato, ma la barca è/dovrebbe essere in grado di sopportare queste condizioni, che perdureranno per circa 12 ore".
Essendo l'annuncio proferito in un inglese disturbato da scariche elettriche chiedo a mia moglie "Ma ha detto è o dovrebbe?".
CONTINUA NELLA PROSSIMA PUNTATA
mercoledì 10 febbraio 2016
La motonave a Honduras: ALL YOU CAN EAT
E intendo proprio ALL!
Ritardo del post dovuto al fatto che stavo vivendo l'interessante speciale "Dried tomato tortellini with tomato sauce" di cui accenneremo in futuro.
Nel frattempo retrocediamo di uno step. Al controllo passaporti della motonave il tizio ci guarda con l'aria sconsolata e dice "First time on a cruise?". E noi "Yes" come a dire siamo nudi, davanti al plotone, spara.
E aggiunge "Oh, you picked a cabin that's near the show sector, but it's very far from the food".
Come a dire, per i non anglofoni, oè pirlotti, siete lontanissimi da quello che veramente conta in una crociera, il cibo. E siete vicino agli show che non interessano a nessuno, perchè qui si mangia e non si scherza.
Ora io sono ansioso, di mio.
Comincio a immaginare le distanze.
15 minuti di distanza all'ascensore, 5 minuti di ascensore, poi altri 10-15 minuti per trovare i ristoranti/cibo. Nel complesso circa 35 minuti.
Ora se non sei a digiuno da 6 giorni, mi sembra sopportabilissimo... però io sono anche uno che si accontenta.
Saliamo sulla motonave, raggiungiamo il 12esimo ponte, la nostra stanza in fondo al medesimo (dove ci sono già i bagagli): posso dire? pur essendo nella fascia economica, la stanza è stupenda, grande, con tutto, pulita. Il posto migliore dove abbiam dormito finora, e ne abbiamo veramente bisogno!
Ovviamente la voglia di curiosare è tanta, quindi abbandoniamo la stanza e ci prepariamo a un lungo trekking per il cibo. Evitiamo l'ascensore pieno di anziani che ti guardano come a dire "la peggior vacanza della mia vita, son qui e l'ascensore non arriva" e facciamo le scale (circa 1 minuto e mezzo per raggiungere il 15esimo deck). 30 secondi di corridoio e siamo fuori, dove veniamo subito accolti da una gang di maniaci cinesi che fa pizze dalle 11 del mattino alle 11 di sera.
Questa era la nostra impossibile distanza dal cibo. Circa 2 minuti.
La vita sulla motonave è così, tutti gli agi che puoi avere, tutta gente che si lamenta per cose che non riesci neanche a immaginare.
Parliamo della pizza? La pizza è buona, per gli standard americani: l'impasto è tipo quello della pizzeria del carrefour dove non riesci mai neanche a avvicinarti tanta è la gente, il pomodoro è un tomato sauce senza nè arte nè parte.
Il formaggio. La nota dolente, al solito, è il formaggio. Tutti i formaggi sulle pizze americane hanno una consistenza e un sapore mai uditi in natura. Non ho idea da che animale provenga, minimo è OGM, ma talmente OGM che a momenti sfora nella successiva categoria, che non so quale sia.
Di fianco alla pizza c'e' il banco degli hamburger, che sforna hamburger e patatine fritte dalle 11 di mattina alle 10 di sera.
Questa è la parte "time limited". Poi c'e' la parte 24x7, cioè i ristoranti sempre aperti. Avete presente quella puntata dei Simpson in cui Homer finisce in una casa da sogno con servizio 24x7 e dice "E se mi viene una vogliuzza pazzuzza di costolette alle 3 del mattino posso averle?"
Una crociera è la risposta a questa eterna domanda. E la risposta è "SI!".
Ci sono 3 ristoranti a buffet, aperti a turno dalle 5 del mattino alle 11.30 di sera. E qui i vecchini van su tutte le furie, perchè dalle 11.31 alle 4.59 son scoperti. Per questo c'e' un bar al settimo piano che è sempre aperto, ma è un bar con insalata di pesce, panini, tramezzini, tutti i dolci (una buonissima New York Cheesecake). Oltre a questo ci sono due ristoranti, di lusso, con accesso libero dalle 17 alle 23.
Vuol dire che ci vai, ti siedi, hai 15 camerieri a tua disposizione, un menù con una decina di antipasti, 5 main dish che cambiano ogni 45 minuti, tutti i dolci che puoi immaginare.
Puoi ordinare lo stesso piatto 5 volte di fila e loro ti sorridono. Sono tutti cordialissimi in crociera.
Io ovviamente diffido perchè sono un party pooper, ma anche perchè ho visto cosa faceva Brad Pitt alle zuppe in Fight Club.
Ad ogni modo mi vado dilungando e devo ancora dire del cibo.
Il cibo è veramente buono, finalmente per una settimana mangeremo qualcosa di decente, anche perchè il management della cucina è tutto italiano.
Nel mio primo pomeriggio assaggio un ottimo pollo cacciatora e anche tortellini pasta. Tortellini pasta lo faccio soprattutto perchè è gratis e per descrivere nel blog le mie emozioni.
Tortellini sono esattamente quelli della Buitoni se li compri all'Esselunga, quindi ovviamente non sono tortellini (lo sono nella forma, ma dentro la sacca c'e' la polvere, come da tradizione) ma restano comunque diverse spanne sopra la cucina media americana.
Finiamo di mangiare al self service e andiamo al ristorante, dove gustiamo una ottima serata a tema cucina di New Orleans. La foto che vedete nel piatto è un crawfish, sono gamberettini deliziosi di fiume, cucinati con riso basmati e una salsa piccantina che è la sua morte.
E' a questo punto che capisci che anche il posto più bello del mondo, ovvero la motonave da diporto, è un'inculata.
Perchè vado con la mia sequela di pensieri -
Mangio la pizza - "voglio una birra"
Mangio pollo cacciatora mit tortellini pasta- "voglio un bicchiere di vino rosso torinese"
Mangio il crawfish - "voglio un bicchiere di vino bianco avellinese"
Mangio il cheesecake "voglio un whisky"
Il cibo è gratis, ma gli alcolici no. Quindi comincia la dicotomia del "eh, no... non mi faccio mica fregare dalle voglie". Questo ovviamente sono solo io.
Appena salito infatti tutti i vecchini avevano già in mano un margarita guardandomi con il sorriso come a dire "Siam murati di pilla e questo potrebbe essere il nostro ultimo... tu risparmia che non si sa mai quando scendi ...sei pur sempore un senzatetto Riserva e hai ancora una quarantina d'anni da patire, minimo".
Nella mia testa questi discorsi sono veri, quindi comincio senza motivo una grande battaglia per temprare la mia già estrema volontà.
Riuscirò a resistere 7 giorni mangiando di tutto e senza toccare un alcolico?
Lo scopriremo nelle prossime puntate, se mi farete la grazia di essermi ancora sodali.
Ritardo del post dovuto al fatto che stavo vivendo l'interessante speciale "Dried tomato tortellini with tomato sauce" di cui accenneremo in futuro.
Nel frattempo retrocediamo di uno step. Al controllo passaporti della motonave il tizio ci guarda con l'aria sconsolata e dice "First time on a cruise?". E noi "Yes" come a dire siamo nudi, davanti al plotone, spara.
E aggiunge "Oh, you picked a cabin that's near the show sector, but it's very far from the food".
Come a dire, per i non anglofoni, oè pirlotti, siete lontanissimi da quello che veramente conta in una crociera, il cibo. E siete vicino agli show che non interessano a nessuno, perchè qui si mangia e non si scherza.
Ora io sono ansioso, di mio.
Comincio a immaginare le distanze.
15 minuti di distanza all'ascensore, 5 minuti di ascensore, poi altri 10-15 minuti per trovare i ristoranti/cibo. Nel complesso circa 35 minuti.
Ora se non sei a digiuno da 6 giorni, mi sembra sopportabilissimo... però io sono anche uno che si accontenta.
Saliamo sulla motonave, raggiungiamo il 12esimo ponte, la nostra stanza in fondo al medesimo (dove ci sono già i bagagli): posso dire? pur essendo nella fascia economica, la stanza è stupenda, grande, con tutto, pulita. Il posto migliore dove abbiam dormito finora, e ne abbiamo veramente bisogno!
Ovviamente la voglia di curiosare è tanta, quindi abbandoniamo la stanza e ci prepariamo a un lungo trekking per il cibo. Evitiamo l'ascensore pieno di anziani che ti guardano come a dire "la peggior vacanza della mia vita, son qui e l'ascensore non arriva" e facciamo le scale (circa 1 minuto e mezzo per raggiungere il 15esimo deck). 30 secondi di corridoio e siamo fuori, dove veniamo subito accolti da una gang di maniaci cinesi che fa pizze dalle 11 del mattino alle 11 di sera.
Questa era la nostra impossibile distanza dal cibo. Circa 2 minuti.
La vita sulla motonave è così, tutti gli agi che puoi avere, tutta gente che si lamenta per cose che non riesci neanche a immaginare.
Parliamo della pizza? La pizza è buona, per gli standard americani: l'impasto è tipo quello della pizzeria del carrefour dove non riesci mai neanche a avvicinarti tanta è la gente, il pomodoro è un tomato sauce senza nè arte nè parte.
Il formaggio. La nota dolente, al solito, è il formaggio. Tutti i formaggi sulle pizze americane hanno una consistenza e un sapore mai uditi in natura. Non ho idea da che animale provenga, minimo è OGM, ma talmente OGM che a momenti sfora nella successiva categoria, che non so quale sia.
Di fianco alla pizza c'e' il banco degli hamburger, che sforna hamburger e patatine fritte dalle 11 di mattina alle 10 di sera.
Questa è la parte "time limited". Poi c'e' la parte 24x7, cioè i ristoranti sempre aperti. Avete presente quella puntata dei Simpson in cui Homer finisce in una casa da sogno con servizio 24x7 e dice "E se mi viene una vogliuzza pazzuzza di costolette alle 3 del mattino posso averle?"
Una crociera è la risposta a questa eterna domanda. E la risposta è "SI!".
Ci sono 3 ristoranti a buffet, aperti a turno dalle 5 del mattino alle 11.30 di sera. E qui i vecchini van su tutte le furie, perchè dalle 11.31 alle 4.59 son scoperti. Per questo c'e' un bar al settimo piano che è sempre aperto, ma è un bar con insalata di pesce, panini, tramezzini, tutti i dolci (una buonissima New York Cheesecake). Oltre a questo ci sono due ristoranti, di lusso, con accesso libero dalle 17 alle 23.
Vuol dire che ci vai, ti siedi, hai 15 camerieri a tua disposizione, un menù con una decina di antipasti, 5 main dish che cambiano ogni 45 minuti, tutti i dolci che puoi immaginare.
Puoi ordinare lo stesso piatto 5 volte di fila e loro ti sorridono. Sono tutti cordialissimi in crociera.
Io ovviamente diffido perchè sono un party pooper, ma anche perchè ho visto cosa faceva Brad Pitt alle zuppe in Fight Club.
Ad ogni modo mi vado dilungando e devo ancora dire del cibo.
Il cibo è veramente buono, finalmente per una settimana mangeremo qualcosa di decente, anche perchè il management della cucina è tutto italiano.
Nel mio primo pomeriggio assaggio un ottimo pollo cacciatora e anche tortellini pasta. Tortellini pasta lo faccio soprattutto perchè è gratis e per descrivere nel blog le mie emozioni.
Tortellini sono esattamente quelli della Buitoni se li compri all'Esselunga, quindi ovviamente non sono tortellini (lo sono nella forma, ma dentro la sacca c'e' la polvere, come da tradizione) ma restano comunque diverse spanne sopra la cucina media americana.
Finiamo di mangiare al self service e andiamo al ristorante, dove gustiamo una ottima serata a tema cucina di New Orleans. La foto che vedete nel piatto è un crawfish, sono gamberettini deliziosi di fiume, cucinati con riso basmati e una salsa piccantina che è la sua morte.
E' a questo punto che capisci che anche il posto più bello del mondo, ovvero la motonave da diporto, è un'inculata.
Perchè vado con la mia sequela di pensieri -
Mangio la pizza - "voglio una birra"
Mangio pollo cacciatora mit tortellini pasta- "voglio un bicchiere di vino rosso torinese"
Mangio il crawfish - "voglio un bicchiere di vino bianco avellinese"
Mangio il cheesecake "voglio un whisky"
Il cibo è gratis, ma gli alcolici no. Quindi comincia la dicotomia del "eh, no... non mi faccio mica fregare dalle voglie". Questo ovviamente sono solo io.
Appena salito infatti tutti i vecchini avevano già in mano un margarita guardandomi con il sorriso come a dire "Siam murati di pilla e questo potrebbe essere il nostro ultimo... tu risparmia che non si sa mai quando scendi ...sei pur sempore un senzatetto Riserva e hai ancora una quarantina d'anni da patire, minimo".
Nella mia testa questi discorsi sono veri, quindi comincio senza motivo una grande battaglia per temprare la mia già estrema volontà.
Riuscirò a resistere 7 giorni mangiando di tutto e senza toccare un alcolico?
Lo scopriremo nelle prossime puntate, se mi farete la grazia di essermi ancora sodali.
sabato 6 febbraio 2016
La motonave a Honduras: LA PARTENZA
Partire è un po' come patire.
Con una erre in più, cerco di spiegare ai curiosi di apprendere l'italiano da me qui nell'America, ma poi tanto finisce sempre tutto a tarallucci e linguini Alfredo.
L'arrivo al porto di Houston è da mozzare il i fiato anche ai mozzi più capaci. La motonave è alta circa 800 pedalò, ed è lunga circa 1700 pedalò... una specie di grattacielo galleggiante.
Deve imbarcare non so quante mila persone, e sono tutti vecchini tennici delle crociere, che sanno esattamente dove salire, come ostacolarti e come arrivare per primi all'agognato buffet prima di morire di fame. Spieghiamo perchè sono tutti vecchini.
Sostanzialmente perchè qui è inverno e la gente normalmente lavora.
Poi perchè una crociera è costosa, e in genere possono permettersa solo i vecchini pensionati da quando hanno 50 anni e i giovani sposini che ovviamente contano anche i centesimi.
In terzo luogo perchè ci sono diverse compagnie:
la Royal Caribbean, che è quella dove in genere trovi le persone anziane
la Princess Cruise, che è quella dove in genere trovi le persone più anziane
la Carnival, che è quella dove in genere trovi le persone meno giovani
E noi abbiamo prenotato per ultimi, non avendo pianificato. Sulla Princess Cruise.
Prenotare una crociera in realtà richiederebbe dai 4 ai 7 mesi di analisi strategica per trovare la cabina migliore. Avendolo fatto all'ultimo abbiam trovato quello che gli anziani lupi di mare ci hanno lasciato, ovvero qualcosa all'estremità puntuta del dodicesimo deck, o ponte, come dicono i dentisti.
Ma chissene frega, noi si pensa da italiani, figurati poi se mai si sente il mare quando viaggi su un grattacielo a motore.
Le operazioni di imbarco durano dalle 7 del mattino alle 5 del pomeriggio, quando il grattacielo comincerà a muoversi. Perchè prima smonta la gente dalla precedente crociera, poi saliamo noi della nuova.
L'organizzazione, come tutto all'America quando si tratta di organizzazione, è perfetta.
Scendi dalla macchina e un vassallo viene a prenderti la valigia e ti offre una dentiera nuova aspettandosi un certo tipo di clientela. Il vassallo solerte ti lascia un bigliettino con il tuo codice e fa portare i bagagli direttamente alla tua stanza, mentre tu ti metti in fila per il check-up insieme a 4000 persone contentissime per la loro nuova dentiera. La procedura di check-in prevede:
- passare per un metal detector per vedere se qualcuno sta contrabbandando dentiere/cateteri illegali
- esibire il passaporto per dimostrare che si hanno almeno più di 60 anni
Ovviamente vengo formato per il secondo controllo. Ma non per l'età, perchè mi dicono che mentalmente ne dimostro molti di più. Ma per la nazionalità.
"Ah, lei Italiano mi raccomando defe tornare in Italia signor spaghettini"
(al controllo doganale parlano come i tedeschi delle barzellette)
Insomma, hanno paura che mi imbarbi sul grattacielo per poi intrufolarmi in Messico.
Non ci avevo mica pensato, in effetti mi hanno dato una buona idea.
"Lumionsa idea compadres " dico " ma sono qui per scatenare l'inferno sulla barca, trasformandola in un divertimentificio e scarrozzando tutti gli ottuagenari qui presenti sulla corsia del sorpasso, dove sono solito vivere, viaggiando con il cuore aperto e a 5 km all'ora più veloce dei limiti consentiti"
"Basta ke poi tornare in Italia, spaghettini", mi fa il controllore cui ovviamente frega un caz.
E niente, sono andato per le lunghissime anche stavolta e vado in chiusura.
Appena saliamo ci viene fatta una foto ricordo su uno sfondo di cartone che poi potremo acquistare alla modica cifra di 100, 150 dollari (ma non ci saranno paesaggi migliori ai caraibi?) e poi saliamo sul ponte. dove veniamo accolti dalla targa mortuaria che vedete in foto.
La targa è di quelle che fa fermare il cuore: ci dice che la motonave grattacielo è mirabolante frutto dell'opera di cantieri navali italiani. Anche il management della nave (sapremo dopo) è completamente italiano.
Cerco di non pensarci, mi tocco le balle e partiamo.
giovedì 4 febbraio 2016
La motonave a Honduras: LA SAGA
Nella foto sfoggio quel bel sorriso rilassato di una persona che si vede che è in vacanza e se la spassa, ah come lo invidio! Spero gli succeda qualche sfiga..
In realtà, dopo aver abbandonato la casa che sussurava di nicotina, dopo esserci trovati un cane in macchina di cui dobbiamo ancora raccontare la storia, dopo aver abbracciato la nostra condizione di senzatetto Riserva, dopo esserci rifugiati nella misteriosa località di Houston, Texas.. ci siamo detti.. Ma perchè non andare finalmente in viaggio di nozze concedendoci tipo una crociera che parta appunta dalla misteriosa località di Houston, Texas e faccia un giro per i caraibi?
A Houston il clima è freschino, diciamo un marzo bolognese, ma le destinazioni sono Messico, Honduras e Belize. Messico dove la tequila è regina, Belize tutti giorni un barile (di rhum) e Honduras, che non fa rima con niente ma quando ero piccolo il nome mi ha sempre fatto ridere. Come Akragas.
Sin da quando sono piccolo sogno una crociera - ricordo che i miei genitori ci portavano sempre in vacanza nella splendida cornice di Misano Adriatico. Io, appoggiando i miei piccoli piedini sulla soffice spiaggia, guardavo in lontananza e sognavo di fare un viaggio sulle motonavi allora più in voga: Il Tigre e la Palma di Majorca. La Palma di Majorca sembrava una corazzata ai miei occhi, anche se aveva la lunghezza di una decina di pedalò legati insieme. Veniva vista come il modello di lusso più sfrenato, faceva il giro dell'Adriatico e si spingeva, per i più avventurosi, fino a destinazioni impervie ed esotiche, tipo Rimini. Il megafono annunciava che a bordo sarebbe stato servito ottimo vino della casa (che la mia fantasia trasformava subito in aranciata della casa) e del freschissimo pese fritto (e io qui mi immaginavo calamari e gamberi come piovesse).
C'era poi l'altra motonave, il Tigre. Non La Tigre. Il Tigre. Circa 3 pedalò legati insieme, sempre stipata all'inverosimile di gente in piedi (non penso esistessero sedie o comodità) offriva per un prezzo minore le stesse cose, ma non poteva pubblicizzarla perchè "Oscia, se accendi il megafono, affonda" come era solito dire il capitano Cacciapuoti, un feldmaresciallo Napoletano che aveva fatto fortuna al Nord fingendosi romagnolo e guidando natanti e sarebbe presto stato promosso alla Costa Concordia, ma questa è un'altra saga.
Il Tigre offriva gli stessi servizi per il viaggio di andata, il viaggio di ritorno non era mai garantito.
Per questo motivo prendevano su solo gente che sapesse nuotare.
Comunque, non sono mai salito sul Tigre, ma mille volte sono andato sulla banchina a vedere la gente che saliva e scendeva - se chiudo gli occhi riesco ancora a vedere nitidamente le linee blu sbidadite della "nave" e la gente che in sottofondo vomital'anima.
Ed ora, felicemente sposato, posso finalmente salire su una motonave anch'io e godermi una crociera all inclusive asterisco. All inclusive asterisco significa: cibo gratis e alcolici e bevande gassate escluse. Sono già andato parecchio lungo e direi che lascerò la prossimo post la descrizione della snella procedura per l'imbarco e delle prime impressioni.
Nel frattempo state benone e gioite a tutte l'ore, che di diman certezza non sen ricorda.
lunedì 1 febbraio 2016
I saluti degli americani
Prima di iniziare, un frammento di attualità. Ieri ero alla catena alimentare Publix, devo dire che mi piacciono i muffin ai blueberries della suddetta catena alimentare. Quindi mi accingo a prelevarli, anche se ovviamente sono ben ricchi di ogni lardosità, lo senti quando affondi i denti. E niente, c'e' un'offerta prendi due paghi uno. Che vuol dire prendi 8 muffin e ne paghi 4.
Io ne volevo solo 4, mica 8. Lo so che è un attimo entrare nel tunnel della dipendenza dei muffin della catena alimentare Publix. Però mi sentirei stupido a prenderne solo 4, lasciando i 4 gratis lì.
Neanche da dire, ne prendo 8 e poi ne regalo 4 a un senzatetto fuori. Qui a Miami Miramar mica ci sono i senzatetto, la cosa più vicina a un senzatetto sono io.
Neanche da dire ne prendo 8 e ne mangio 8. Sono talebano sulle mie abitudini alimentari e se si sgarra una volta, si sgarra due volte.
Allora sai cosa ho fatto? Non ho comprato i muffin e ho comprato 4 banane.
Questo per dire che non sarò mai un vero americano.
Un altro motivo per cui non sarò mai un vero americano è il mio ben noto autismo, che si sublima qui nell'incontrare gli sconosciuti. Per motivi legati a non so quale trauma infantile, ogni volta che mi si fa una domanda mi sento in dovere rispondere. Il problema è che qui gli americani non ti salutano dicendo "Ciao" (anzi! Ciao in spagnolo significa arrivederci, qui son tutti latino americani - ogni volta che ho provato a salutare con un amichevole Ciao mi hanno guardato come se dicessi arrivederci). Chiusa la parentesi.
Dicevo, Gli americani ti salutano dicendo "How are you?"
Come rispondi, se uno sconosciuto ti chiede come stai?
A me, che da questo punto di vista sono autistico, viene da tirar fuori tutte le cartelle mediche degli ultimi 10 anni per non dar origine a una risposta approssimativa.
Un'altra risposta che mi piacerebbe dare sarebbe "Fine. And you?" - ma poi praticamente tocca di iniziare una conversazione con ogni americano che incontri - una conversazione sulla salute di entrambe, tra l'altro. E se anche lui si tira dietro tutte le cartelle cliniche? Non vorrei spender tutta la mia vita parlando con gli estranei
La soluzioine migliore, che per ora sembra funzionare, è biascicare qualcosa tipo "gnafghrsf entinton"... "gruowlsdj scion".... mettendo alla fine un suffisso che sembra americano, parlando incomprensibile come il mio solito. Devo dire che funziona, mi sorridono come a dire, sarà dell'Iowa, e riesco a vivere la mia vita senza troppi stop.
Un'altra cosa che mi mette in difficoltà è che la gente in strada ti commenta. Come nei films, 1 persona su 5 quando ti incontra ti dice "Nice hat!", "Nice Shirt!". Per il mio solito innato amore per la socialità e per il prossimo ho iniziato rispondendo seccamente "'zzo vuoi?", pensando ovviamente fossero sarcastici. Perchè pensare bene quando si può semplicemente pensar male?
Dopo di che ho iniziato a rispondere "it's italian", avendo capito che qui l'Italia, intesa come cibo e come moda e come stile di vita, viene venerata e vista come un paradiso. Poco importa se tutto quello che indosso è made in China. Anche questo sembra funzionare.
Un'altra cosa divertente sono le signorone di colore, e questo spiega la foto dell'ottima Lafawnduh che si vede nel post. E' buffo perchè sia che si chiamino Lafawnduh, sia che si chiamino Lashonda, sia che si chiamano Latasha, hanno tutte le seguenti caratteristiche:
- hanno tutte un sorriso eterno stampato sulla faccia
- sono terrorizzate dai cani
- quando mi incontrano mi chiamano Sweetheart.
Questa cosa dell'America, che le signorone di colore mi chiamano Sweetheart, devo dire che mi piace.
Alla prossima
Iscriviti a:
Post (Atom)