Ho stretto la mano a Sean l'11 di Dicembre.
Ha smesso di farmi male ieri, il 30 Dicembre.
Sean è americano. Sorride a 49 once di denti, porta occhiali da sole firmati anche di dentro, entra nell'appartamento e parte con uno slang a bocca mezza chiusa, tipo film western.
Ora, io già capisco poco l'inglese parlato veloce, se me lo biascichi e mi parli come se avessi i marshmellow crudi in bocca, è meglio se andiamo a gesti.
Capisco che parla male di George, dicendo che è un cheap guy, che he doesn't know how to paint. Mentre parla col suo super sorriso, con la mano destra ci aggiusta lo scarico della tazza del bagno (che tra l'altro prima che entrasse lui funzionava benissimo. Strano). e abbozza un preventivo.
Lui può comprare la miglior vernice dell'East Coast,ella West Coast, e risolvere il problema in un giorno, prima sigillando gli odori con un prodotto che è stato testato alla Nasa, poi con la supervernice. Lo farà in un paio di ore, con il suo team altamente qualificato.
Il preventivo non è alto, dice. Il suo spirito patriottico vuole che nessuno straniero soffra sul suolo a stelle e strisce, vuole rendere la sua nazione migliore, tanto è vero che si chiama Sean.
Non sono convintissimo, insomma... alla fine io sto tizio non lo conosco, poi la gente troppo sicura di sè in genere non mi dà fiducia. E' come se più che me, cercasse di convincere se stesso.
A questo punto diventa ufficialmente Uncle Rico tirando fuori il cellulare e dicendomi "Vuoi vedere qualcuno dei precedenti lavori?". E io, che già mi scappava da ridere prima, abbozzo.
Tira fuori un nokia 3330 con delle immagini a bassa risoluzione. C'e' una vasca da bagno, bruttarella e anni 70.
Mi mostra la foto e mi fa "Avresti dovuto vederla prima".
E io "Cool".
Poi mi mostra un pavimento. Bruttarello anche quello. E mi dice che era di una casa che è stata completamente bruciata. La gente aveva perso le speranze ma poi in un giorno lui ha tolto l'odore e il pavimento è diventato così.
Io faccio "Nice".
Davvero non so cosa dire... so solo che la puzza nell'appartamento diventa ogni giorno più insopportabile e ormai non connetto più.
E' come se il pazzo sepolto in casa avesse nascosto dei portacenere dentro i muri.
Diciamo a Sean che preferiamo pensarci su, andiamo a dormire in un motel giusto per riprovare l'ebbrezza di non dormire per terra dopo 10 giorni, e cominciamo a pensare alle alternative...
Alternative non ce ne sono tante. O si torna a casa, o si prova a mettere a posto l'appartamento...
Mandiamo un sms a Sean dicendo "ok, Roccia. Pensaci tu".
E Sean risponde pronto. "Sacrifico la domenica per iniziare subito domattina. Mi ci vorranno almeno due giorni (ma! non avevi detto!) e porterò 6 specialisti del mio team. Ma prima passo alla Nasa a comprare la vernice"
Ci addormentiamo fiduciosi e scettici allo stesso tempo. Ma l'emozione di stare in una stanza senza odore di fumo dopo 10 giorni di full immersion, è veramente da raccomandare.
In attesa del prossimo episodio, mi pregio di augurare un rispettabilissimo anno nuovo a tutti voi lettori.
giovedì 31 dicembre 2015
martedì 29 dicembre 2015
Sepolti in casa: Andy & Clint
George ha appena terminato di passare due volte il pennello sul retro della cucina "così tutti gli odori se ne vanno".
Io finisco di lavare i pavimenti in nicotina porcellanata per la quarta volta e mi prendo una pausa fuori.
Appena metto piede fuori dalla portafinestra, una zaffata di nicotina, potente e "fresca" si impadronisce di me. Allora comincio a cercare nel giardinetto adiacente qualcosa sepolto dal sepolto in casa... non so, un portacenere, una ciminiera, una trentina di cadaveri, Pechino.
Nulla.
Le manovre all'aria aperta però incuriosiscono i nostri vicini. La porta di fianco si apre ed esce un odore di fumo come quando andavi nei pub a Bologna e avevi 14 anni.
Sai quando chiudi due fumatori incalliti dentro una trentina di metri quadri, e loro, nervosi perchè fuori c'e' il posto più bello del mondo, decidono di rimanere dentro a fumare tutto quello che è senza filtro in casa... e dopo 72 ore apri la porta?
La sensazione è questa, mentre Clint Eastwood si fa avanti.
Ci guarda come se fossimo una strana forma di vita senza una sigaretta in bocca.
E' anche un po' spaventato, perchè abbiamo oggetti di pulizia in mano - artefatti primordiali che probabilmente in vita sua non ha mai visto. E spieghiamo la situazione dicendo (errore nostro!) che stiamo cercando di pulire l'appartamento perchè il precedente proprietario era un gran fumatore.
I suoi occhi si illuminano di nicotina e biascica (letteralmente) "Ohhhh Yes... he was nasty... i smoke too... but he was insane"... e ad ogni parola che ti zaffa in faccia senti i tuoi polmoni pensare cazzo credevo non potessi permetterti di comprare così tante sigarette.
A seguire arriva Andy, che continua a ripetere "Welcome! Welcome! Welcome! This is a beautfiul place!" (devono averglielo detto, non credo si sia mai mosso dall'appartamento) e noi a spiegare si peccato che dormiamo per terra con gli scarafaggi in mezzo al fumo e lui si fa per un attimo scuro in volto. Ci pensa un po' e con aria sollevata prontamente ribatte "This is a beautiful place!".
E torna dentro a fumare.
I più attenti si ricorderanno che ho detto che l'ex proprietario aveva 3 appartamenti... uno è il nostro, l'altro, ci dice George, è stato affittato a una professoressa lituana.
Vi do 5 minuti per calmare le vostre fantasie su altri siti e poi continuo.
Normale chiedersi "Ma siamo noi gli unici così sensibili o anche sta poveretta sta patendo le pene dell'inferno?". Il mistero viene prontamente svelato alle 3 di un caldissimo pomeriggio di Dicembre . Mentre sto caricando roba in macchina perchè se sta dentro la casa ovviamente si impregna sempiternamente, mi arriva incontro barcollando la prof (effettivamente bionda, come da vostre fantasie!) completamente ubriaca e con una sigaretta in mano. E dice "Plish remembi not tu forget this box" indicandomi una cosa che non ho ancora messo in macchina. Poi si accascia esanime sull'asfalto e striscia dentro casa come un marine.
Ancora una volta di più capisco che George è sincero quando dice "I vicini non hanno mai visto uno scarafaggio".
Probabilmente il posto è talmente bello che è impossibile per un essere umano reggere tale meraviglia e si deve abbandonare a qualunque tipo di vizio e chiudersi in casa in una spirale maniaco depressiva.
Finisco il mio giro visibilmente provato sedendomi un minuto dai simpatici vecchini dell'altro appartamento (persone veramente deliziose).
E loro, dopo che non parlo d'altro da 3 giorni, finalmente realizzano che ho un problema col fumo.
"OOOOhhhh... ma allora dovresti conoscere Sean! E' un "handy" man che sicuramente può risolvere il tuo problema"...
Conosceremo Sean nei prossimi episodi, ma nell'attesa cominciate a immaginare Sean un po' come Uncle Rico dell'immortale capolavoro "Napoleon Dynamite".
Io finisco di lavare i pavimenti in nicotina porcellanata per la quarta volta e mi prendo una pausa fuori.
Appena metto piede fuori dalla portafinestra, una zaffata di nicotina, potente e "fresca" si impadronisce di me. Allora comincio a cercare nel giardinetto adiacente qualcosa sepolto dal sepolto in casa... non so, un portacenere, una ciminiera, una trentina di cadaveri, Pechino.
Nulla.
Le manovre all'aria aperta però incuriosiscono i nostri vicini. La porta di fianco si apre ed esce un odore di fumo come quando andavi nei pub a Bologna e avevi 14 anni.
Sai quando chiudi due fumatori incalliti dentro una trentina di metri quadri, e loro, nervosi perchè fuori c'e' il posto più bello del mondo, decidono di rimanere dentro a fumare tutto quello che è senza filtro in casa... e dopo 72 ore apri la porta?
La sensazione è questa, mentre Clint Eastwood si fa avanti.
Ci guarda come se fossimo una strana forma di vita senza una sigaretta in bocca.
E' anche un po' spaventato, perchè abbiamo oggetti di pulizia in mano - artefatti primordiali che probabilmente in vita sua non ha mai visto. E spieghiamo la situazione dicendo (errore nostro!) che stiamo cercando di pulire l'appartamento perchè il precedente proprietario era un gran fumatore.
I suoi occhi si illuminano di nicotina e biascica (letteralmente) "Ohhhh Yes... he was nasty... i smoke too... but he was insane"... e ad ogni parola che ti zaffa in faccia senti i tuoi polmoni pensare cazzo credevo non potessi permetterti di comprare così tante sigarette.
A seguire arriva Andy, che continua a ripetere "Welcome! Welcome! Welcome! This is a beautfiul place!" (devono averglielo detto, non credo si sia mai mosso dall'appartamento) e noi a spiegare si peccato che dormiamo per terra con gli scarafaggi in mezzo al fumo e lui si fa per un attimo scuro in volto. Ci pensa un po' e con aria sollevata prontamente ribatte "This is a beautiful place!".
E torna dentro a fumare.
I più attenti si ricorderanno che ho detto che l'ex proprietario aveva 3 appartamenti... uno è il nostro, l'altro, ci dice George, è stato affittato a una professoressa lituana.
Vi do 5 minuti per calmare le vostre fantasie su altri siti e poi continuo.
Normale chiedersi "Ma siamo noi gli unici così sensibili o anche sta poveretta sta patendo le pene dell'inferno?". Il mistero viene prontamente svelato alle 3 di un caldissimo pomeriggio di Dicembre . Mentre sto caricando roba in macchina perchè se sta dentro la casa ovviamente si impregna sempiternamente, mi arriva incontro barcollando la prof (effettivamente bionda, come da vostre fantasie!) completamente ubriaca e con una sigaretta in mano. E dice "Plish remembi not tu forget this box" indicandomi una cosa che non ho ancora messo in macchina. Poi si accascia esanime sull'asfalto e striscia dentro casa come un marine.
Ancora una volta di più capisco che George è sincero quando dice "I vicini non hanno mai visto uno scarafaggio".
Probabilmente il posto è talmente bello che è impossibile per un essere umano reggere tale meraviglia e si deve abbandonare a qualunque tipo di vizio e chiudersi in casa in una spirale maniaco depressiva.
Finisco il mio giro visibilmente provato sedendomi un minuto dai simpatici vecchini dell'altro appartamento (persone veramente deliziose).
E loro, dopo che non parlo d'altro da 3 giorni, finalmente realizzano che ho un problema col fumo.
"OOOOhhhh... ma allora dovresti conoscere Sean! E' un "handy" man che sicuramente può risolvere il tuo problema"...
Conosceremo Sean nei prossimi episodi, ma nell'attesa cominciate a immaginare Sean un po' come Uncle Rico dell'immortale capolavoro "Napoleon Dynamite".
sabato 26 dicembre 2015
Sepolti in casa. La saga: George's Solutions
Mentre socchiudo gli occhi esausto mi sembra di scorgere sulla tavoletta del water uno scarafaggio di discrete dimensioni...
...mi sveglio di soprassalto e realizzo che era solo un sogno.
Continuo quindi un po' inquieto il mio sonno sul pavimento e la mattina dopo mi sveglio presto con le luci del sole, che in quella Florida sono intorno alle 6.30 al momento del racconto.
Vado verso il bagno e vedo effettivamente un minuscolo scarafaggino! Vengo però subito distratto da uno scarafaggio bello grande che fa bella posta tra il frigo (un frigo del 1960, originariamente di color rosso, ora color nicotina grazie all'indefesso lavoro dell'ottimo sepolto in casa) e la parete color nicotina che col tempo è diventata color nicotina senza filtro.
Ovviamente chiamo George Nome di Fantasia e gli dico "George Nome, oè, pirlotti! Guarda che qui ci son gli scarafaggi!" e George, cubano di fantasia ma cittadino americano di fantasia, subito pronto risponde "Oè guagliò, so' trendann' che affitt'casa e non agge mai vishte nu scarrafone" (i cubani qui sono un po' considerati come i napoletani) "Comung shtatt lì che mo arriv de Miami"
George arriva con in mano il primo insetticida mai prodotto (edizione riserva, anno 1948), e mi dice "Guagliò, chiss'e'roobbba bbbuona". Butta un paio di spruzzetti in due angoli e dice "Probblema risolto, ma sai guagliò, il precedente proprietarie ha lasciato cibo per la casa per un mese, può essere che qualche scarrafon s'e'rimasht affezionat - ma guart che nisciun acca semmai lamentato di shcarrafoni"
Che poi vivere con gli scarafaggi non è neanche fastidioso, non fosse che dormi proprio a terra e avvolto in una misteriosa nuvola di nicotina che invece di dissiparsi ogni giorno dopo le pulizie, diventa sempre più forte...
Però George Nome di Fantasia è un gran lavoratore e credo sia sincero.
Nessuno ha mai visto uno scarafaggio, e su questo non mente
I vicini sulla destra sono ultranovantenni, sono adorabili, ma biascicano le parole in americano e credo che anche se avessero uno scarafaggio-mozzarella nella loro caprese, non lo noterebbero.
Gli altri vicini meritano un post a parte, ma siccome sono in vena di anticipazioni....
Non so se qualcuno, a parte Renato (che approfitto per salutare), ha mai visto la serie TV demenziale "Little Britain" e ricorda il personaggio di Andy. Ecco uno dei due vicini è uguale a Andy (che potete vedere nella foto) ... aggiungo solo che l'altro vicino è uguale a Clint Eastwood.
A presto
martedì 22 dicembre 2015
Sepolti in casa: la saga (Primo episodio)
Raccontiamo un po' di disgrazie, che riacquistiamo consensi e catturiamo le attenzioni.
Entriamo in un negozio di liquori. C'e' una signora, greca, che offre gratis una degustazione di whiskey. Scozzese. Non la signora, ho detto greca! Il whiskey, scozzese!
Facciamo due chiacchiere (sperando di raschiare un altro whiskey gratis), siamo qui in cerca di un posto da affittare,ma con sti prezzi, signora mia, poi lei è greca e dovrebbe capire. Lei fa "Ma non ero scozzese?" e io "No, proprio no, quello era il whiskey".
Mi piacciono questi dialoghi stucchevoli e privi di senso.
Comunque la signora ci dice che un certo George Nome di Fantasia deve affittare uno studio (monolocale) in quel di Melbourne Beach - si arriva a piedi all'oceano e anche al fiume e l'affitto è ragionevolissimo.
"Seh, il cazzo dico io"
"no, sul serio fa lei"
L'affitto è effettivamente ragionevolissimo. E quando dico ragionevolissimo, intendo ragionevolissimo.
La mattina dopo siamo a Melbourne Beach - la logistica è la più bella che mente umana possa immaginare. Davvero 2 minuti da un fiume splendido (Indian River) dove la gente pesca felice e sorridente, 5 minuti a piedi dall'oceano superventilato e deserto, spiagge infinite. In mezzo, l'appartamento, piccolo ma con giardinetto, l'ideale da far proprio e renderlo un gioiellino.
Torniamo a Miami e dopo un paio di settimane finalmente possiamo partire felici per la nostra destinazione.
L'appartamento non è lo stesso visionato, ma semplicemente perchè il precedente coinquilino ha deciso di restare (ci mancherebbe! E' un paradiso), ma questo è addirittura meglio perchè ha la cucina più nuova.
Entriamo.
Veniamo avvolti da un odore quantomeno strano.
"Mi sa che il precedente coinquilino era un fumatore, fa mia moglie"
E io, con aria da tennico qual sono "Ma no! E' odore di chiuso... ora con una bella pulizia passa tutto"
Un po' confusi da questi racconti finiamo le pulizie e ci accasciamo esausti sul pavimento per passare la prima notte. Mentre socchiudo gli occhi esausto mi sembra di scorgere sulla tavoletta del water uno scarafaggio di discrete dimensioni....
(CONTINUA)
lunedì 21 dicembre 2015
Giuseppi
Me l'avevano detto prima di venire qui ma non ci volevo credere.
"Devi cambiare il tuo nome perchè non è un nome americano e gli americani non riusciranno a pronunciarlo". Ma come! Giuseppe! Il nome per eccellenza italiano, al solo suono riesci a udire il friggione sfrigolante e il croccar della cipolla...
Comunque. Prima esperienza significativa, all'Urgent Cake per le visite legate alla mia richiesta di permesso di soggiorno, attendo in sala di attesa. Temperatura intorno ai 15 gradi sottozero. Si apre la porta. Sento almeno 3 infermiere ridacchiare e pigolare "Ihihihi! Giuseppi! Giuseppi! Clift! Clift!".
Una si fa coraggio, esce e chiama "Giuseppiiii".
E io con aria decisa "Giuseppe", un po' come quando in Italia mi chiamavano Bartolini e dicevo "Bortolini!!". Loro mi guardano come la mucca che guarda il treno e continuano con il loro train o f thoughts.
Ogni volta che mi presento a qualcuno faccio lo spelling. "Hi, my name is Giuseppe, it's an italian name". Loro in genere fanno la faccia di uno che deve prendere la coincidenza per Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.
Allora inizio con lo spelling "G- Ai - Iu- Es - I - Pi - Pi - I" e loro finalmente "Aaaaah! Giuseppi!"
Ora ho due alternative. Dargliela su e presentarmi direttamente come Giuseppi. Che poi non è neanche brutto, è solo abbondante. O cambiare il mio nome in qualcosa di americano, come mi era stato suggerito. Pensavo a JB. Fa molto figo. Il rapper di Santa Viola che vi ucciderà con le sue rime. Anzi, con le sue rimi.
Per chi non avesse mai visto lo sketch dei Monty Phyton da cui è tratta la foto, lo linko volentieri
Bau
sabato 19 dicembre 2015
9 once di cheddar popcorn, e non torni più indietro
Un po' deluso dal fatto che nessuno mi abbia chiesto "Ma dove sarebbe il chicken?" nella foto del pur ottimo chicken & gnocchi, dopo aver bollito il pavimento della nuova casa con olii al sapor di pastafrolla (ma di questo si parlerà in un apposito speciale) chiuederei la mia trilogia del cibo con qualcosa di positivo, altrimenti sembro uno di quelli che borbottano sempre e a cui non va mai bene nulla.
Come da titolo, la cosa in assoluto più buona finora assaggiata sono i popcorn al cheddar cheese. Se volete comprarne 9 once, vi do la ricetta. Andate da Walmart e li comprate. Fine della ricetta.
Per soli 2,98 dollari (neanche 3) vi portate a casa questo popcorn, che ha una consistenza perfetta (e lo dico dopo aver provato altri cheddar popcorn) - il sapore che viene dato (assolutamente naturale, perchè voi mi insegnate che il cheddar cheese nasce sugli alberi di cheddarcheese) è una specie di sostanza stupefacente che crea dipendenza più o meno al terzo ingerito. Ho provato a comprare un popcorn di quelli tradizionali e ti fa piombare una tristezza che non immagini. Quindi, come da titolo, se ardite provarli occhio che poi non si torna più indietro.
La ricetta
C'e' un stazione del gas di fianco alla casa di sepolti in casa che stiamo ripulendo (ma di questo parleremo nello speciale) che frigge tutto. Attenti a dare la mano al simpatico cuoco, che te la frigge.
Ci ha fatto assaggiare un pesce fritto che sapeva di fritto, ma il suo gyros era davvero niente male. Un po' deluso dal fatto di non poterlo friggere, ma ci ha raccontato che da poco si è impossessato della cucina della gas station e che non smetterà finchè non avrà fritto tutto. La nuvola e l'odore di fritto che escono dalla gas station sono percepibili anche dalla luna. Una rarità, in coppia con la muraglia cinese appunto. Unico inconveniente, la prima volta abbiamo dato i soldi direttamente a lui invece che alla cassiera e ovviamente li ha gettati nell'olio bollente gridando "una sfida impossibile!".
Ho mangiato un milkshake, sa di freddo.
Gli anelli di cipolla fritta, quelli sono buoni dappertutto qui. E non è come in Italia che se vai alla Steakhouse te ne danno 4, qui te ne danno 4 ciotole, finchè non sei straziato.
Buona la birra Foster alla spina, vabbè è australiana, ma finora direi la meglio.
Menzione d'onore per l'ottimo Rhum speziato del Capitan Morgan, di cui vi do la ricetta
Chiudiamo con le Pringles. Mentre in Italia ci sono quei 2-3 sapori, qui siamo a una trentina (di quelli visti finora, confido che ce ne siano altri nei negozietti appositi). Ad ogni modo non ne ho ancora provata nessuno, se volete questo pazzo li ha recensiti tutti:
https://www.thrillist.com/eat/nation/ranking-every-pringles-flavor-reviews-of-all-29-pringles-flavors
Come da titolo, la cosa in assoluto più buona finora assaggiata sono i popcorn al cheddar cheese. Se volete comprarne 9 once, vi do la ricetta. Andate da Walmart e li comprate. Fine della ricetta.
Per soli 2,98 dollari (neanche 3) vi portate a casa questo popcorn, che ha una consistenza perfetta (e lo dico dopo aver provato altri cheddar popcorn) - il sapore che viene dato (assolutamente naturale, perchè voi mi insegnate che il cheddar cheese nasce sugli alberi di cheddarcheese) è una specie di sostanza stupefacente che crea dipendenza più o meno al terzo ingerito. Ho provato a comprare un popcorn di quelli tradizionali e ti fa piombare una tristezza che non immagini. Quindi, come da titolo, se ardite provarli occhio che poi non si torna più indietro.
La ricetta
C'e' un stazione del gas di fianco alla casa di sepolti in casa che stiamo ripulendo (ma di questo parleremo nello speciale) che frigge tutto. Attenti a dare la mano al simpatico cuoco, che te la frigge.
Ci ha fatto assaggiare un pesce fritto che sapeva di fritto, ma il suo gyros era davvero niente male. Un po' deluso dal fatto di non poterlo friggere, ma ci ha raccontato che da poco si è impossessato della cucina della gas station e che non smetterà finchè non avrà fritto tutto. La nuvola e l'odore di fritto che escono dalla gas station sono percepibili anche dalla luna. Una rarità, in coppia con la muraglia cinese appunto. Unico inconveniente, la prima volta abbiamo dato i soldi direttamente a lui invece che alla cassiera e ovviamente li ha gettati nell'olio bollente gridando "una sfida impossibile!".
Ho mangiato un milkshake, sa di freddo.
Gli anelli di cipolla fritta, quelli sono buoni dappertutto qui. E non è come in Italia che se vai alla Steakhouse te ne danno 4, qui te ne danno 4 ciotole, finchè non sei straziato.
Buona la birra Foster alla spina, vabbè è australiana, ma finora direi la meglio.
Menzione d'onore per l'ottimo Rhum speziato del Capitan Morgan, di cui vi do la ricetta
Chiudiamo con le Pringles. Mentre in Italia ci sono quei 2-3 sapori, qui siamo a una trentina (di quelli visti finora, confido che ce ne siano altri nei negozietti appositi). Ad ogni modo non ne ho ancora provata nessuno, se volete questo pazzo li ha recensiti tutti:
https://www.thrillist.com/eat/nation/ranking-every-pringles-flavor-reviews-of-all-29-pringles-flavors
mercoledì 16 dicembre 2015
Chicken & Gnocchi
Giravamo raminghi, in cerca di un appartamento.
Me la ricordo quella sera, poichè non pioveva. Oh, se non pioveva! Il soleggiare tiepido del pomeriggio azzurrato cangiava svogliato in una misticanza di colori tenui ma bruni allo stesso tempo. La bella letteratura finisce qui, e principia la storia.
Eravamo stati nella splendida cornice di Fellsmere, Florida, per vedere un appartamento. Circa 3 ore di macchina da Miami, ma valeva la pena. Arrivati lì, le signore della reception ci dicono "Ah, siete venuti da Miami perchè vi avevamo detto che c'e' un appartamento che volete vedere? Oh, ma ci hanno telefonato che arriverà un audit, quindi lo stiamo ristrutturando e non potete vederlo".
"Thanks to the dick", accenno io nel mio inglese ancora italianizzato "Dirlo prima sembrava brutto, vero?". Comunque facciamo una passeggiata nel neighborood... terrificante. Immagino che gli auditors siano stati sepolti da qualche parte in occasione della loro visita, anche perchè è passato ormai un mese e nessuno ci ha mai richiamato.
Per consolarci, la sera, in quel di Vero Beach, andiamo a mangiare da Olive's Garden, una catena di ristoranti italiani che offre l'imperdibile "all you can eat pasta".
Siccome il progetto è di star qui a cucinare, voglio vedere cosa fa la concorrenza.
Il post finisce qui, la seconda puntata verrà postata tra un mese.
No, Marta, scherzo :)
il posto brulica di vecchini che ingurgitano pasta a più non posso e non c'e' un tavolo. Ci danno un cicalino che suonerà appena si libera. Nel frattempo ci danno un buono per vino a metà prezzo da consumre al bancone. E' lì che proviamo il Chianti Gran Riserva, credo 7 euro al calice, ma 3,5 per l'occasione. Servito bello ghiacciato co
me fosse una coca cola, va giù come l'acqua, e il gusto non è poi così diverso. Ma il tavolo è libero. Quindi col nostro bel Chianti andiamo a sfogliare il menù.
Hamburger, tacchino, eggs. The usual.
Linguini Alfredo (a cui dedicherò un altro speciale insieme a Giuseppi). Chicken & Gnocchi. Eccolo! Amo gli gnocchi e penso che qui in America siano l'arma di sfondamento... non li ho visti da nessuna pasta, patate e farina son decenti, quindi vorrei farli per i ghiotti americani, anche accompagnati da un sugo di pesce come piacciono a me.
Questo è il primo ristorante che vedo offrire Gnocchi, nell'affascinante variante "Chicken & Gnocchi". Allora, pieno come sono di trasmissioni di Gordon Ramsay, comincio a immaginare pochi gnocchi cotti alla perfezione magari lievemente scottati sulla griglia insieme al pollo, e poi il tutto arometizzato con un salsa leggera di guacamole, che qui gli avocadi son davvero ottimi.
Arriva il piatto.
Ciotola con lago di formaggio, è l'unica descrizione che riesco a dare.
Non vedo gnocchi. Non vedo terraferma. "Capitano, all'orizzonte solo formaggio, formaggio e formaggio!".
La cameriera mi sorride e mi fa "Do you want some cheese on your dish?"
Io amo il sarcasmo e ovviamente faccio "Sì, in effetti" in maniera educata e ironica come a dire ma mi prendi per il culo.
E niente. Comincia davvero a grandinarmi provolone cheese grattugiato fresco nel piatto. Nel lungo tempo che il mio cervello impiega a tradurre in inglese la frase "Basta così, grazie!" il provolone ha già attaccato, e ci sono 3 centimetri di coltre.
La mamma mi ha insegnato a mangiare tutto, quindi inizio, svogliatamente, a ciurlare col cucchiaio. Di tanto in tanto emerge uno gnocco. Eureka! Il sapore è quello degli gnocchi del Bassotto in centro a Bologna, quelli che sono pratici perchè rimbalzano anche per terra e divertono i bambini.
Il sapore generale direi brodo di formaggio. Lo mangio, un po' alla volta, alternandolo col Chianti Acquafresca.
Arrivo alla fine esausto ma soddisfatto di una simile impresa, e con calorie in corpo per i prossimi 500 giorni.
Discutiamo amabilmente della prossima casa da andare a vedere la mattina dopo quando arriva la cameriera con un gran sorrisone e una ciotola in mano.... da lontano riconosco l'odore.
Quando me lo mette davanti al tavolo improvvisamente ricordo la formula "All u can eat". Proprio così, appena ha visto la scodella vuota ha fatto partire l'ordine in cucina. Ma essendo una brava cameriera attenta ai miei gusti ha già aggiunto 5 centimetri di provolone cheese in cucina.
E siccome la mamma mi ha insegnato a mangiare tutto, ricomincio a mangiare.
Appena finito il secondo piatto, paghiamo e scappiamo senza guardarci mai indietro.
Saliamo in macchina e sgommiamo. All'altezza di Melbourne Beach trovo finalmente il coraggio di guardare nello specchietto. Mi sembra di scorgere in lontananza la cameriera con un'altra scodella in mano, ma forse è solo stanchezza.
Me la ricordo quella sera, poichè non pioveva. Oh, se non pioveva! Il soleggiare tiepido del pomeriggio azzurrato cangiava svogliato in una misticanza di colori tenui ma bruni allo stesso tempo. La bella letteratura finisce qui, e principia la storia.
Eravamo stati nella splendida cornice di Fellsmere, Florida, per vedere un appartamento. Circa 3 ore di macchina da Miami, ma valeva la pena. Arrivati lì, le signore della reception ci dicono "Ah, siete venuti da Miami perchè vi avevamo detto che c'e' un appartamento che volete vedere? Oh, ma ci hanno telefonato che arriverà un audit, quindi lo stiamo ristrutturando e non potete vederlo".
"Thanks to the dick", accenno io nel mio inglese ancora italianizzato "Dirlo prima sembrava brutto, vero?". Comunque facciamo una passeggiata nel neighborood... terrificante. Immagino che gli auditors siano stati sepolti da qualche parte in occasione della loro visita, anche perchè è passato ormai un mese e nessuno ci ha mai richiamato.
Per consolarci, la sera, in quel di Vero Beach, andiamo a mangiare da Olive's Garden, una catena di ristoranti italiani che offre l'imperdibile "all you can eat pasta".
Siccome il progetto è di star qui a cucinare, voglio vedere cosa fa la concorrenza.
Il post finisce qui, la seconda puntata verrà postata tra un mese.
No, Marta, scherzo :)
il posto brulica di vecchini che ingurgitano pasta a più non posso e non c'e' un tavolo. Ci danno un cicalino che suonerà appena si libera. Nel frattempo ci danno un buono per vino a metà prezzo da consumre al bancone. E' lì che proviamo il Chianti Gran Riserva, credo 7 euro al calice, ma 3,5 per l'occasione. Servito bello ghiacciato co
me fosse una coca cola, va giù come l'acqua, e il gusto non è poi così diverso. Ma il tavolo è libero. Quindi col nostro bel Chianti andiamo a sfogliare il menù.
Hamburger, tacchino, eggs. The usual.
Linguini Alfredo (a cui dedicherò un altro speciale insieme a Giuseppi). Chicken & Gnocchi. Eccolo! Amo gli gnocchi e penso che qui in America siano l'arma di sfondamento... non li ho visti da nessuna pasta, patate e farina son decenti, quindi vorrei farli per i ghiotti americani, anche accompagnati da un sugo di pesce come piacciono a me.
Questo è il primo ristorante che vedo offrire Gnocchi, nell'affascinante variante "Chicken & Gnocchi". Allora, pieno come sono di trasmissioni di Gordon Ramsay, comincio a immaginare pochi gnocchi cotti alla perfezione magari lievemente scottati sulla griglia insieme al pollo, e poi il tutto arometizzato con un salsa leggera di guacamole, che qui gli avocadi son davvero ottimi.
Arriva il piatto.
Ciotola con lago di formaggio, è l'unica descrizione che riesco a dare.
Non vedo gnocchi. Non vedo terraferma. "Capitano, all'orizzonte solo formaggio, formaggio e formaggio!".
La cameriera mi sorride e mi fa "Do you want some cheese on your dish?"
Io amo il sarcasmo e ovviamente faccio "Sì, in effetti" in maniera educata e ironica come a dire ma mi prendi per il culo.
E niente. Comincia davvero a grandinarmi provolone cheese grattugiato fresco nel piatto. Nel lungo tempo che il mio cervello impiega a tradurre in inglese la frase "Basta così, grazie!" il provolone ha già attaccato, e ci sono 3 centimetri di coltre.
La mamma mi ha insegnato a mangiare tutto, quindi inizio, svogliatamente, a ciurlare col cucchiaio. Di tanto in tanto emerge uno gnocco. Eureka! Il sapore è quello degli gnocchi del Bassotto in centro a Bologna, quelli che sono pratici perchè rimbalzano anche per terra e divertono i bambini.
Il sapore generale direi brodo di formaggio. Lo mangio, un po' alla volta, alternandolo col Chianti Acquafresca.
Arrivo alla fine esausto ma soddisfatto di una simile impresa, e con calorie in corpo per i prossimi 500 giorni.
Discutiamo amabilmente della prossima casa da andare a vedere la mattina dopo quando arriva la cameriera con un gran sorrisone e una ciotola in mano.... da lontano riconosco l'odore.
Quando me lo mette davanti al tavolo improvvisamente ricordo la formula "All u can eat". Proprio così, appena ha visto la scodella vuota ha fatto partire l'ordine in cucina. Ma essendo una brava cameriera attenta ai miei gusti ha già aggiunto 5 centimetri di provolone cheese in cucina.
E siccome la mamma mi ha insegnato a mangiare tutto, ricomincio a mangiare.
Appena finito il secondo piatto, paghiamo e scappiamo senza guardarci mai indietro.
Saliamo in macchina e sgommiamo. All'altezza di Melbourne Beach trovo finalmente il coraggio di guardare nello specchietto. Mi sembra di scorgere in lontananza la cameriera con un'altra scodella in mano, ma forse è solo stanchezza.
martedì 15 dicembre 2015
Il ristorante dell'America
Immagino durante la mia assenza di ben 3 giorni "Eh, quello lì sta facendo il surf sull'oceano, con le pinne, il fucile e gli occhiali", "eh, quello lì a prendere il sole non c'ha neanche il tempo di scrivere".
Premesso che quando immaginate fate un sacco di errori di grammatica e i vostri gusti musicali sono datati, ma soprattutto no... sono stato impegnato nello speciale "Avete mai immaginato di poter essere gli affittuari di una casa dove ha vissuto uno dei protagonisti di Sepolti in casa?". Speciale che durerà almeno 6 puntate e che sto tuttora vivendo, lo potete intuire dalla mia puzza. Qualcosa volevo scrivere intanto, sennò poi la gente va in cerca di altri caridiari tipo "C'ho il cuore in mille pezzi e son finiti gli incentivi per la ristrutturazione".
Il cibo! I ristoranti!
Tutti noi italiani a dire, eh ma il cibo italiano! Eh, ma i vini italiani! Eh, ma l'olio italiano! Eh, ma il formaggio italiano!
Tutto.
Maledettamente.
Vero.
In quel di Miami i "ristoranti" sono sostanzialmente tutti dentro i centri commerciali (gli shopping center), e sono fondamentalmente tutti uguali pur avendo 1000 nomi diversi (il menù è pieno di foto, ma alla fine hamburger, pollo, patatine, tacchino) e funzionano così
- se ti servono al tavolo DEVI aggiungere una mancia. Minimo 15%, massimo a tua scelta. Il cibo è già mediamente costoso di suo (main dish diciamo sui 13 dollari, una birra in bottiglia dai 4 ai 5 dollari, un caffè dai 2 a 3 dollari). Il personale di sala è gentilissimo (cazzo, vorrei vedere il contrario!).
Quindi già stai tirato a ordinare, quando devi pagare ti portano con un gran sorriso uno scontrino con scritto "TIP" e il campo vuoto. E aspettano lì. Con un sorriso ancor più grande. Hanno capito lontano un miglio (!) che sei italiano. Allora o fai il bimbominkia e tiri fuori l'iphone e fai il conto aggiungendo il 15%. oppure fai come ho fatto io da Cracker Barrel.
C'era un simpatica vecchina alla cassa, età dagli 80 ai 120 anni, di quelle che hanno fatto torte dalla prima guerra mondiale in poi ai veterani vicini e lontani.
Con due occhiali spessi almeno 15 inches, per capirci.
Per capirci poco.
Allora io con gran sicumera, confidando nella bontà delle nonnine sempiterne, aggiungo tipo un paio di dollari così a raglio, senza fare i conti. La vecchina prende lo scontrino, mi guarda in faccia. E fin qui.
Continua a guardarmi in faccia. E qui mi preoccupo.
Tira fuori la calcolatrice. E qui sono morto.
Alla fime accetta il conto con l'aria di chi ne ha viste tante, anche l'atomica, ma una cosa così non l'aveva proprio mai vista.
A quel Cracker Barrel non ci vado più. Andrò a quello nell'altro centro commerciale, 300 metri più in là
- se vai in un fastfood, non paghi la mancia alla fine.Vabbè il cibo è senza sapore, ma le salsine sono spettacolari, colmano un vuoto dentro. Le bevande (gassate e piene di zucchero) hanno il free refill, insomma le puoi riempire ogni volta che vuoi, insomma ti vogliono far morire sul posto. La cosa buffa, e questo meriterebbe un post a parte, è che pur essendoci il free refill, puoi scegliere tra il bicchiere medium e il bicchiere big (il concetto di small qui non esiste). In pratica paghi un po' di più per alzarti meno volte dal tavolo. Altra chiara testimonianza che il loro obiettivo è farti morire sul poto. Riassumendo: andate in un fast food, e ordinate solo del pane semplice e un bicchiere small che vi portate da casa. Dopo pucciate il pane nelle salsine che sono gratis e bevete all'infinito bevande gassate. C'e' anche una dieta che è fatta così, me l'ha detto mio cugino.
- le porzioni sono immense. Quando andiamo a mangiare in genere prendiamo una sola cosa e la dividiamo. Ci guardano con compassione, come se avessimo una malattia incurabile.
- abbiamo provato (ma questo verrà meglio dettagliato nel post "Chicken & Gnocchi", Marta abbi pazienza) un bicchiere di Chianti Classico Gran Riserva. 5 dollari. Un cartone di tavernello è più saporito. Non dico il tavernello, dico proprio il cartone.
Chiudo quindi questo lungo post chiedendo a tutti di andare all'Esselunga e dare un bacio a una bottiglia di vino rosso da 5 euro da parte mia. Magari c'e' anche lo Sconto Fidaty, che siamo sotto Natale.
A presto (spero)
venerdì 11 dicembre 2015
Il traffico
A Miami non esistono pedoni, bicicletti e moto.
Sono già stati tutti falciati lungo le superstrade dai macchinoni,mi sa.
Inutile essere discorsivi, meglio partire con un vademecum per l'italiano che arriva alla Florida e vuole subito noleggiare/comprare un auto per vivere la vita nella corsia del sorpasso, come piace a me.
Alcune semplici regole.
1) Noleggia/compra un auto che sia alta almeno 3 metri, altrimenti non è visibile sulla superstrada e i più crudeli ti passano sopra con il doppio hammer (che è come il doppio cheesburger) per farti capire paese che vai usanza che trovi.
2) Le strade hanno almeno 4 corsie ciascuna.
Non esiste però il concetto di "guidi a destra in camuffa e speri di sfangarla", come in Italia. Qui le devi occupare tutte e 4, perchè ogni 10 minuti devi fare una inversione a U per andare nella superstrada a 4 corsie opposta Per farlo devi scalare tutte le corsie in fretta cercando di evitare i doppi hammer che cercano di fare più punti possibili schiacchiando quanti più europei possibile.
3) Le corsie scompaiono.
Proprio così. Quando ti rilassi un attimo e credi di poterti godere 2 minuti del tuo viaggio guardando il paesaggio ecco che sull'asfalto compare la scritta "Merge". Il peggio che ti possa capitare. Dopo 20 piedi infatti, la tua corsia scompare.
Quindi devi andare a sinistra.
Subito.
Niente domande.
Anche se non sai cosa sono 20 piedi.
La strada scompare, finisce il mondo ed è game over.
4) La velocitù media da tenere nei centri abitati varia tra le 45 e le 55 miglia orarie. Per pace dei sensi non ho ancora convertito, ma la sensazione è di girare in città intorno ai 90 km/h
5) Le auto sono come nei videogiochi. Cambio automatico, due soli pedali, freno e acceleratore. Si guida quindi con un piede solo. Le regole del videogioco sono facili: se schiacci un europeo sono 20 dollari. Se schiacci un europeo che muove inutilmente la mano destra cercando il cambio, sono 50 dollari.
6) Palmetto expressway. Ogni volta che il navigatore dice che dobbiamo prendere la Palmetto Expressway, i locali si fanno il segno della croce e iniziano a pronunciare preghiere in una lingua mai udita, sudando copiosamente. Fortunatamente non siamo ancora riusicti a prenderla perchè è sempre murata. Pare che ci sia gente ferma lì dal Natale del 2004.
7) Non fermarti MAI sotto un semaforo, come fai in Europa. Anzi, se ti sei fermato sotto un semaforo probabilmente sei già morto, e quindi è inutile il consiglio. Ai semafori ci si ferma almeno un quarto di miglio (di cui sono ghiotti i piccioni) prima. Perchè quando una superstrada a 4 corsie incrocia una supestrada a 6 corsie e tu ti fermi esattamente nel mezzo solo perchè il semaforo è nel mezzo, no bene.
Ora che ci siamo spaventati a sufficienza andiamo anche con le cose positive.
I parcheggi sono enormi e giganteschi, quindi puoi parcheggiare il doppio hammer ovunque.
Non esistono bici, moto e pedoni, sul serio,
4 litri di benzina (1 gallone) costano 2 euro e mezzo.
Ma la cosa più bella è che appena esci da Miami, sia che tu vada a Nord, sia che tu vada a West, il traffico sembra normale e tutto, al confronto, diventa un paradiso.
Facile quindi intuire perchè uno dei prossimi argomenti avrà il suggestivo titolo "Col cazzo che ci vivo a Miami".
State benone.
giovedì 10 dicembre 2015
Miami
Chi ha avuto la sventura di passare anche solo 10 minuti della sua vita con me sa bene che non sono un tipo da Miami. Anzi, per dirla tutta, prima di conoscere mia moglie, credevo che Miami fosse in California. Quale la mia sorpresa quindi nello scoprire che invece è proprio sull'altra costa, quella florida! Quale la mia sorpresa nello scoprire che gli Stati Uniti hanno due coste e un sacco di costine.
Comunque!
Partiamo dalla cosa più importante. Ad oggi non ho ancora incontrato uno che indossa una maglietta con scritto "Miami".
E ora passiamo alle cose secondarie.
Qui la lingua prevalente è lo spagnolo latinoamericaneggiante, la musica diffusa è quella latinoamericaneggiante, le danze giovanili sono prevalentemente latinoamericaneggianti.
Ma quella che può sembrare una monotonia latinoamericaneggiante viene ben compensata dalla ricchezza culinaria. Cucina colombiana, argentina, brasiliana, peruviana, portoricana sono quelle più diffuse. Potete quindi spaziare tra ristoranti che offrono uova, riso e pollo ad altri che prediligono un'offerta di riso, pollo e uova e ad altri ancora che amano azzardare offrendo uova, pollo e riso.
Quando si scrive un carodiario è normale criticare e stigamtizzare, a questo serve l'Internet. Quindi mi scusino i locali, sia nel senso di persone, sia nel senso di locali.
Ma Miami è effettivamente meravigliosa, c'e' una luce in cielo che non ho mai visto da nessuna altra parte, affascinante, diversa ogni sera. Il clima è caraibico, quindi l'inverno ha temperature di 20-25 gradi. Se siete dei nostalgici del clima della Valdaostaa basta entrare in un centro commerciale...verrete colpiti da un'aria condizionata tra i 5 e i 10 gradi che fa tanto bene alla schiena sudata, sa, signora?
Al momento inarrivabile il supermercato latinoamericaneggiante "Sedano": all'ingresso lo sbalzo termico è sempre intorno ai 30 gradi in meno. Un simpatico signore venezuelano mi ha raccontato che nel 1978 è nevicato dentro Sedano, evento che non tutti ricordano ma dice che devo fidarmi perchè sono appena arrivato e non posso aver pretese.
Comunque!
Alcuni argomenti vanno affrontati a parte (tra questi posso anticipare "il traffico", "i centri commerciali", "la gente che fa i commenti sui vestiti", "chicken & gnocchi", "linguine alfredo" "giuseppi") ma volevo chiudere rivolgendomi agli amici che sognano di smettere di lavorare e venire a fare le piadine qui a Miami.
1) Le piadine le fanno da Donkin Donuts e costano poco.
2) Tutti i latinoamericaneggianti qui sognano di venire a fare le arepite sulla spiaggia. L'arepita con formaggio (o, per gli amici latinoamericaneggianti, "queso") è un po' una polentina grigliata. Non ne ho la controprova ma credo che tutti i cubani vogliano venire a fare il pastellito cubano sulla spiaggia.
3) Se state immaginando una rissa tra italiani, latinoamericaneggianti e cubani sulla spiaggia a colpi di piadine, arepite e pastelliti sappiate che qui è vietato vendere cibo sulla spiaggia.
Hasta luego
Comunque!
Partiamo dalla cosa più importante. Ad oggi non ho ancora incontrato uno che indossa una maglietta con scritto "Miami".
E ora passiamo alle cose secondarie.
Qui la lingua prevalente è lo spagnolo latinoamericaneggiante, la musica diffusa è quella latinoamericaneggiante, le danze giovanili sono prevalentemente latinoamericaneggianti.
Ma quella che può sembrare una monotonia latinoamericaneggiante viene ben compensata dalla ricchezza culinaria. Cucina colombiana, argentina, brasiliana, peruviana, portoricana sono quelle più diffuse. Potete quindi spaziare tra ristoranti che offrono uova, riso e pollo ad altri che prediligono un'offerta di riso, pollo e uova e ad altri ancora che amano azzardare offrendo uova, pollo e riso.
Quando si scrive un carodiario è normale criticare e stigamtizzare, a questo serve l'Internet. Quindi mi scusino i locali, sia nel senso di persone, sia nel senso di locali.
Ma Miami è effettivamente meravigliosa, c'e' una luce in cielo che non ho mai visto da nessuna altra parte, affascinante, diversa ogni sera. Il clima è caraibico, quindi l'inverno ha temperature di 20-25 gradi. Se siete dei nostalgici del clima della Valdaostaa basta entrare in un centro commerciale...verrete colpiti da un'aria condizionata tra i 5 e i 10 gradi che fa tanto bene alla schiena sudata, sa, signora?
Al momento inarrivabile il supermercato latinoamericaneggiante "Sedano": all'ingresso lo sbalzo termico è sempre intorno ai 30 gradi in meno. Un simpatico signore venezuelano mi ha raccontato che nel 1978 è nevicato dentro Sedano, evento che non tutti ricordano ma dice che devo fidarmi perchè sono appena arrivato e non posso aver pretese.
Comunque!
Alcuni argomenti vanno affrontati a parte (tra questi posso anticipare "il traffico", "i centri commerciali", "la gente che fa i commenti sui vestiti", "chicken & gnocchi", "linguine alfredo" "giuseppi") ma volevo chiudere rivolgendomi agli amici che sognano di smettere di lavorare e venire a fare le piadine qui a Miami.
1) Le piadine le fanno da Donkin Donuts e costano poco.
2) Tutti i latinoamericaneggianti qui sognano di venire a fare le arepite sulla spiaggia. L'arepita con formaggio (o, per gli amici latinoamericaneggianti, "queso") è un po' una polentina grigliata. Non ne ho la controprova ma credo che tutti i cubani vogliano venire a fare il pastellito cubano sulla spiaggia.
3) Se state immaginando una rissa tra italiani, latinoamericaneggianti e cubani sulla spiaggia a colpi di piadine, arepite e pastelliti sappiate che qui è vietato vendere cibo sulla spiaggia.
Hasta luego
Etichette:
arepita,
capodanno,
cosa fare,
fare la piadina a Miami,
inverno,
Miami,
piadina,
Sedano,
USA,
Vacanze
mercoledì 9 dicembre 2015
Vado all'America
Buffo.
Saranno trent'anni che non prendo in mano un blog. Trent'anni fa, quando apersi (!) il mio primo blog, si chiamava "carodiario". Me lo sono riletto qualche sera fa, non avevo assolutamente nulla da dire, contavo i giorni, raccontavo di quanto mi piacevano le salagiochi e descrivevo i miei amici di scuola, di cui elencavo pedissequamente tutti i nomi, senza, credo, aver mai loro rivolto la parola.
Un pensionato bambino che si intratteneva con analisi alfabetiche del tutto prive di fantasia. Crescendo, sono diventato ovviamente un impiegato di banca, per dare una svolta tutta frizzante alla mia vita, ma questa è un'altra storia che racconteremo con calma.
Adesso sono andato all'America, e tutti a dirmi, "mi raccomando su facebook!" "twitta con continuità, fiòl!". Ma perchè non aprire il terzo carodiario della mia vita, invece, ho pensato?
Dopo il successo planetario di dilloapepi.splinder.com, poi cancellato da splinder, da cui però è stato tratto un best seller di successo semi-planetario, ecco qui "Un Bolognese alla Florida".
Scrivere, soprattutto all'inizio, è una fatica enorme, un po' come scrivono tutti quelli che scrivono cercando di convincere tutti quelli che non scrivono.
A me piace, e adesso che sono all'America, ho un po' più di tempo, perchè sto aspettando le cartacce necessarie per prolungare la mia permanenza qui.
A differenza di quando ero piccino, ho diverse cose da raccontare, ma prometto sin da ora che riuscirò comunque a essere noioso alla stessa maniera.
Questa è solo l'introduzione - da domani si scenderà nel dettaglio, introducendo l'argomento di Miami, la città sogno per tutti dove l'arepita è regina e niente capita per cheso.
Saranno trent'anni che non prendo in mano un blog. Trent'anni fa, quando apersi (!) il mio primo blog, si chiamava "carodiario". Me lo sono riletto qualche sera fa, non avevo assolutamente nulla da dire, contavo i giorni, raccontavo di quanto mi piacevano le salagiochi e descrivevo i miei amici di scuola, di cui elencavo pedissequamente tutti i nomi, senza, credo, aver mai loro rivolto la parola.
Un pensionato bambino che si intratteneva con analisi alfabetiche del tutto prive di fantasia. Crescendo, sono diventato ovviamente un impiegato di banca, per dare una svolta tutta frizzante alla mia vita, ma questa è un'altra storia che racconteremo con calma.
Adesso sono andato all'America, e tutti a dirmi, "mi raccomando su facebook!" "twitta con continuità, fiòl!". Ma perchè non aprire il terzo carodiario della mia vita, invece, ho pensato?
Dopo il successo planetario di dilloapepi.splinder.com, poi cancellato da splinder, da cui però è stato tratto un best seller di successo semi-planetario, ecco qui "Un Bolognese alla Florida".
Scrivere, soprattutto all'inizio, è una fatica enorme, un po' come scrivono tutti quelli che scrivono cercando di convincere tutti quelli che non scrivono.
A me piace, e adesso che sono all'America, ho un po' più di tempo, perchè sto aspettando le cartacce necessarie per prolungare la mia permanenza qui.
A differenza di quando ero piccino, ho diverse cose da raccontare, ma prometto sin da ora che riuscirò comunque a essere noioso alla stessa maniera.
Questa è solo l'introduzione - da domani si scenderà nel dettaglio, introducendo l'argomento di Miami, la città sogno per tutti dove l'arepita è regina e niente capita per cheso.
Iscriviti a:
Post (Atom)