Buffo.
Saranno trent'anni che non prendo in mano un blog. Trent'anni fa, quando apersi (!) il mio primo blog, si chiamava "carodiario". Me lo sono riletto qualche sera fa, non avevo assolutamente nulla da dire, contavo i giorni, raccontavo di quanto mi piacevano le salagiochi e descrivevo i miei amici di scuola, di cui elencavo pedissequamente tutti i nomi, senza, credo, aver mai loro rivolto la parola.
Un pensionato bambino che si intratteneva con analisi alfabetiche del tutto prive di fantasia. Crescendo, sono diventato ovviamente un impiegato di banca, per dare una svolta tutta frizzante alla mia vita, ma questa è un'altra storia che racconteremo con calma.
Adesso sono andato all'America, e tutti a dirmi, "mi raccomando su facebook!" "twitta con continuità, fiòl!". Ma perchè non aprire il terzo carodiario della mia vita, invece, ho pensato?
Dopo il successo planetario di dilloapepi.splinder.com, poi cancellato da splinder, da cui però è stato tratto un best seller di successo semi-planetario, ecco qui "Un Bolognese alla Florida".
Scrivere, soprattutto all'inizio, è una fatica enorme, un po' come scrivono tutti quelli che scrivono cercando di convincere tutti quelli che non scrivono.
A me piace, e adesso che sono all'America, ho un po' più di tempo, perchè sto aspettando le cartacce necessarie per prolungare la mia permanenza qui.
A differenza di quando ero piccino, ho diverse cose da raccontare, ma prometto sin da ora che riuscirò comunque a essere noioso alla stessa maniera.
Questa è solo l'introduzione - da domani si scenderà nel dettaglio, introducendo l'argomento di Miami, la città sogno per tutti dove l'arepita è regina e niente capita per cheso.
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